Streghe e luoghi d’Italia nello studio di Marina Montesano

Perche' leggere il volume “I luoghi della stregoneria”, edito in queste settimane da Il Mulino

I luoghi della stregoneria di Marina Montesano per il Mulino

Di “streghe” italiane tra tardo Medioevo e Rinascimento si parla tanto ma poco si conoscono i luoghi di queste intricate vicende storiche e biografiche. Vicende così spinose che, il più delle volte, disvelano nella loro realtà quelle donne che, tanto per cominciare, streghe certo non erano.

Arriva più che atteso, dunque, il volume “I luoghi della stregoneria”, edito in queste settimane da Il Mulino.

Ne è autrice la studiosa e docente Marina Montesano che affronta il tema affascinante e complesso della stregoneria, esplorando un panorama storico che va ben oltre la visione tradizionale della strega come figura esclusivamente malefica. La strega, infatti, viene vista anche come guaritrice, medium o addirittura fata, un essere in contatto con forze sovrannaturali. Questo fenomeno, reso popolare anche da saghe contemporanee, nasconde dietro di sé una storia stratificata, che Montesano indaga attraverso un viaggio nei luoghi italiani in cui realtà e leggenda si intrecciano.

La saggista è docente di Storia medievale presso l’Università di Messina. Oltre a svolgere attività accademica, collabora regolarmente con la rivista «Storica» del National Geographic e scrive per varie testate giornalistiche. Tra le sue pubblicazioni più recenti, “Maleficia. Storie di streghe dall’Antichità al Rinascimento” (Carocci, 2023) e, per Il Mulino, “Donne sacre” (in collaborazione con Franco Cardini, sempre 2023).

In questo libro, da antichi borghi come Triora, ribattezzata la “Salem d’Italia”, fino alle città rinascimentali come Roma e Milano, l’autrice ci guida in un percorso tra i luoghi che hanno ospitato processi, racconti e memorie di streghe e dei loro persecutori. Dalle “masche” piemontesi alle “donne di fuori” siciliane, passando per i miti delle Alpi e degli Appennini, il libro si configura come un affascinante itinerario attraverso la memoria e il mistero.

Uno dei capitoli più interessanti è dedicato, appunto, a Roma. Ecco una riflessione accurata sulla commistione tra pratiche magiche e tradizioni popolari, molto prima dell’istituzione dell’Inquisizione. Montesano scava nelle radici di miti antichi, come i sacrifici umani sull’Esquilino, raccontandoci la vicenda di Finicella, considerata la prima strega romana. Questo tipo di narrazione permette di comprendere come il confine tra magia e religione fosse spesso sfumato.

Altro capitolo di rilievo è quello dedicato a Benevento, città legata indissolubilmente alla leggenda del famoso noce e del sabba delle streghe.

La Montesano descrive come questo albero, al centro di tante credenze popolari, sia diventato un simbolo della stregoneria italiana, alimentando storie di rituali e -presunte- diaboliche riunioni.

Particolarmente affascinante è anche il capitolo che si concentra sulle montagne dei Sibillini e delle Alpi, spazi di leggende antiche come quella della regina Sibilla e dei suoi seguaci negromanti presso il lago di Pilato.

Ma sono tanti gli ambiti logistici ed umani descritti con estrema perizia. Leggende e storie di una antropologia scandagliata con capacità anche, in qualche misura, narrative da parte dell’autrice. Si pensi alle storie delle Janas sarde, ritenute delle fate che abitavano in minuscole case scavate nella roccia. In realtà, quelle che vengono chiamate “Case delle Fate” erano, con ogni probabilità, tombe prenuragiche scavate nella roccia più di cinquemila anni fa.

La struttura del libro, ricca di dettagli, permette di immergersi in un vero e proprio viaggio, geografico e storico-culturale: un cammino che mostra come quasi ogni regione d’Italia custodisca i propri racconti e le proprie credenze sulla stregoneria.

Il libro di Marina Montesano è un’opera preziosa, capace di illuminare aspetti poco conosciuti del passato italiano e, allo stesso tempo, di stimolare il lettore a riflettere su come il fenomeno della stregoneria abbia influenzato la cultura e la società per secoli. La prosa è accurata e coinvolgente, capace di combinare rigore accademico con una esposizione scorrevole e attraente. E allora, il volume si presenta, certo, come un contributo significativo alla divulgazione della storia della stregoneria ma anche come una guida intrigante per riscoprire luoghi del nostro paese carichi di mistero.

Marino Pagano

Marino Pagano su Barbadillo.it

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