In “Paradiso in vendita” di Barbareschi il francese a Filicudi non è un turista

Alla Festa del cinema una commedia romantica evoca un'Italia indebitata e una Francia interessata 

Paradiso in vendita di Luca Barbareschi

Nel 1768 la Repubblica di Genova cede la Corsica al Regno di Francia a saldo di debiti. Nato nel 1769, un còrso diventa imperatore dei francesi e nel 1803 cede, a saldo debiti, la Louisiana agli Usa. Per risparmiare, lo zar Alessandro II cede nel 1867 l’Alaska agli Usa. Cose passate? No, nel 2015 la Repubblica di Grecia ipotizza di cedere, per debiti, qualche isoletta dell’Egeo alla Germania. Ora Luca Barbareschi ipotizza che a Filicudi tocchi proprio questa sorte in un film politicamente amaro, simpaticamente garbato, come  era del resto un altro suo film, l’indimenticato Il trasformista (2003).

In concorso alla Festa del cinema di Roma, Paradiso in vendita evoca – per le situazioni – classici come Calabuig di Luis Berlanga, La legge è legge di Christian-Jaque, Mediterraneo di Gabriele Salvatores e L’isola delle rose di Sydney Sibilia. Eppure Paradiso in vendita è un film insolito anche quando è prevedibile.
Nel film di Barbareschi l’acquirente è la Francia, non a caso. Nella realtà degli ultimi anni, aziende del lusso, edifici storici o di pregio a Venezia, Portofino, Milano, sono passate di mano. Il politico Eric Zemmour ha commentato: “Nizza e Milano appartengono alla stessa cultura e potrebbero stare entrambe in Francia”.
Poiché Nizza è Francia solo dal 1859, l’equazione funzionerebbe meglio in senso inverso. Barbareschi reagisce all’avance annessionistica di Zemmour col sorriso e ingaggia un attore francese, nato in Svizzera, italiano di origine, Bruno Todeschini, dandogli il ruolo di un agente d’influenza del Ministero delle Finanze francese (che a Parigi ha sede dove partono i treni per Torino…).
L’agente è inviato a colonizzare Filicudi più come immobiliarista che come diplomatico incognito. Opera infatti a vantaggio di speculatori e politici che pranzano all’Hotel Lutetia (nome romano di Parigi era Lutetia Parisiorum), che gli promettono un ruolo di ministro nel prossimo governo.
Barbareschi e i suoi sceneggiatori sanno inserire nella vicenda questi concreti riferimenti. Che poi l’agente francese interrompa il corso scolastico di italiano a Filicudi per passare ipso facto al francese è un riferimento a ciò che accadde nelle scuola di Briga e Tenda, occupate nel 1945 e annesse dalla Francia. Né è casuale il suo insistere sull’insegnamento scolastico di Alexandre Dumas in particolare: proprio lui aveva seguito Garibaldi in Sicilia. La maestra, che nicchia, è Donatella Finocchiaro e affianca Todeschini con garbo. Eroe del poliziottesco italiano negli anni ’70, Luc Merenda è il padre dell’agente e la sua coscienza critica: morto Philippe Leroy, è lui a incarnare a Roma la Francia del cinema.
La colonna sonora, tra Edith Piaf e Françoise Hardy, è da pelle d’oca.
Paradiso in vendita con Bruno Todeschini, Donatella Finocchiaro, Luc Merenda, Domenico Centamore, Matteo Gulino, 107′. Nei cinema in data da stabilire.

Nicola Caricola

Nicola Caricola su Barbadillo.it

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