Saranno oltre 160 i giovani atleti di 29 federazioni nazionali da tutto il mondo che si contenderanno il titolo mondiale di pugilato Under 19 2024 presso il Pueblo Convention Center in Colorado, negli Stati Uniti, dal 25 ottobre al 5 novembre 2024. La competizione è aperta ai pugili di età compresa tra 17 e 18 anni è il primo campionato mondiale di pugilato e si svolgerà in 10 categorie di peso sia per gli uomini che per le donne.
Per l’Italia saranno dodici gli atleti, otto maschi e quattro femmine. Ora sono in ritiro, con gli allenatori della nazionale, dopo una dura preparazione nelle rispettive palestre. Fra questi, Samuele Fusco, diciassette anni, 55 kg, unico dei ragazzi della nostra nazionale a essere nato nel Lazio, a Pomezia. Giovane promessa della palestra romana Sparta Pugilato, Fusco è soprannominato “The Soldier”, il soldato, per la sua serietà, dedizione, disciplina e per il rispetto che mostra verso i suoi allenatori e la famiglia. Un carattere davvero d’altri tempi. “Ho iniziato a fare pugilato all’età di 6 anni – ci racconta dal ritiro con gli altri “azzurri” – Inizialmente non ho provato una particolare attrazione per questa disciplina, ma i miei genitori volevano che facessi un qualche sport e quindi ho provato a boxare. Una volta entrato in palestra non ne sono più uscito”. Da circa un anno e mezzo Fusco è passato alla Sparta Pugilato, dove ha avuto un balzo nelle sue prestazioni atletiche: “Ho visto miglioramenti con il maestro Alessandro Filippo, a livello fisico e sotto il punto di vista della resistenza e del fiato. Con suo figlio, il maestro Ivan, ho affinato il livello tecnico, grazie allo studio che facciamo insieme degli errori commessi durante gli incontri. Li riguardiamoinsieme e li correggiamo in palestra”. Il tandem generazionale dei Filippo sta insomma tirando fuori tutte le qualità innate di questo atleta, fisiche e spirituali: “Come dico sempre, loro due insieme si completano: sono una coppia perfetta di maestri”.
I risultati si vedono, con l’approdo nella rosa degli otto “azzurrini” under 19 che si misureranno con avversari dei cinque continenti in Colorado. Un impegno che Fusco affronta con la serietà che lo contraddistingue: “Non la chiamerei proprio responsabilità ma vorrei molto poter portare la medaglia mondiale a casa per mio nonno. Se dovesse succedere, lui sarebbe la prima persona a cui farei indossare la medaglia. Per me nonno è importantissimo: è da quando ho iniziato che mi porta in palestra, mi accompagna il sabato a fare sparring, e non manca mai agli incontri. Passa intere giornate dietro a me. Qualunque cosa succeda, sono sicuro che se io dal ring mi giro e guardo sotto le corde sono sicuro che lui c’è e sarà sempre il mio primo tifoso. Insomma, voglio conquistare una medaglia per lui, perché se lo merita più di tutti, e so che ogni mio traguardo sarà il suo”. Nonostante tanta determinazione, Fusco non intende cedere all’agitazione davanti a questo impegno: “Sul ring mi sento me stesso. Ovviamente prima di salire c’è sempre un po’ di ansia, che secondo me è anche giusta: ti fa stare all’erta, focalizza l’attenzione sul tuo avversario, non ti dà possibilità di sottovalutarlo. È la chiave per salire sul ring al massimo”.
Un massimo che Samuele è determinato a raggiungere a ogni costo: “Per una disciplina come il pugilato i sacrifici sono molti:non far serate con gli amici la settimana in cui hai un incontro; la dieta durante le feste o se vuoi uscire con la tua famiglia a mangiare una pizza… Forse l’unico sacrificio che per me non è tale è l’allenamento, perché io amo allenarmi. In ogni caso, se vuoi essere un pugile devi essere pronto a fare delle rinunce”. Un discorso che potrebbe essere poco apprezzato, in tempi come i nostri. E che invece è una boccata d’aria fresca per restituire un po’ di dignità a delle generazioni che sembrano perse appresso agli smartphone e a uno stile di vita da trap: “Il pugilato è uno sport che consiglierei a qualunque persona sotto ogni aspetto: ti insegna la disciplina, il rispetto dei maestri, la stima per il tuo avversario”. Un valore oggi più unico che raro, che difficilmente si vede in altri sport: “Sì, il rispetto dell’avversario: perché tu sai che stai combattendo con una persona che ha fatto i tuoi stessi sacrifici. Questo rapporto col tuo avversario ti rende una persona migliore” conclude Samuele.
E ora c’è la grande sfida. Tanti avversari di valore, i migliori delle loro categorie nei loro paesi. Samuele Fusco ne è consapevole, ma quando il gioco si fa duro… “Ci troveremo tra i migliori pugili al mondo quindi ogni match andrà fatto al 100%. Però so che anche per i miei avversari, io non sarò certo facile da battere” afferma con la sicurezza di chi sa d’aver lavorato sodo per arrivare alla convocazione fra gli “azzurri”.
Il World Boxing è stato lanciato nell’aprile 2023 e mira a garantire che il pugilato rimanga al centro del movimento olimpico. Il 7 maggio 2024 si è tenuto il suo primo incontro con il CIO, che ha segnato l’inizio di una collaborazione formale tra le due organizzazioni volta a stabilire un percorso per il pugilato dirimanere ai Giochi Olimpici.