Calcio. Vietato gridare “Finocchio”: nuovo paradosso del politicamente corretto

cartellino-rossoEmiliano Mondonico urlava in eurovisione “Sooordooo!”. Ma Sordo, incredibilmente, non sentiva e il mister si incazzava sempre di più. Anche con Mutu era una battaglia persa: quando l’allenatore esplodeva il grido “Mutuuu!”, lui non spiccicava parola e continuava a fare il veneziano. Pare invece che il sanguigno Antonio Conte un paio di volte abbia cambiato una vocale per rimproverare il suo regista con un milanesissimo “Pirla!”. Ancelotti, da parte sua, ha ricevuto diverse occhiatacce dal quarto uomo di turno quando urlava “Kakà!” e subito dopo “Jankulovski!”.

Chi invece si rallegrava con somma invidia dei compagni di squadra quando il mister urlava il suo nome è sempre stato Figo, mentre Ciccio Cozza e il difensore sloveno Goran Sukalo non la prendevano molto bene. Nei momenti di difficoltà tanti allenatori si sono sfogati riprendendo a gran voce l’attaccante serbo Dragan Mrđa e il portiere polacco Lukasz Merda, così come “Strunz!” del Trap è entrato nella storia del pallone e della sincerità. Molto interessante è stato il sondaggio condotto per le vie di Napoli: “Ma lei, per 20 milioni, lo prenderebbe N’Koulou?”, ovvero il difensore camerunense dell’Olympique Marsiglia che il Napoli puntava prima di prendere Albiol. E i tifosi leghisti del Chievo godono quando possono insultare Théréau. La peggio, mannaggia a lui, l’ha avuta Magnani, allenatore della Primavera del Bologna: “Finocchio! Mettila fuori!” ha urlato durante il derby emiliano a un giovane del Parma che si chiama… Finocchio. Ma l’arbitro Donati di Ravenna è stato inflessibile e ha estratto immediatamente il cartellino rosso. Se non fosse che il fischietto ha preso una cantonata clamorosa, si potrebbe dire che il politically correct non guarda nemmeno alla carta d’identità.

Speriamo, almeno, che un giorno il casertano classe ’92 Francesco Finocchio faccia espellere l’allenatore avversario durante la finale dei Mondiali e poi segni il rigore decisivo. Come Grosso. Che adorava intervenire su Sottil. Mentre Seno segnava spesso di testa. E a Cosenza ancora ricordano la coppia d’attacco Marulla-La Canna.

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Marco Vailati

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