Il caso. Le lacrime di Paul Gascoigne: “Non voglio morire per colpa dell’alcol”

gascoigne piangePaul Gascoigne non vuole morire. Gazza piange, sa bene che l’alcol lo sta uccidendo. Ha già ammazzato George Best e rovinato la vita di Kenny Samson, Paul non vuole finire come loro.

L’ennesima intervista verità al fuoriclasse inglese, trasmessa da Itv, ha mostrato al mondo un uomo devastato dalla dipendenza ma al contempo incapace di rassegnarsi al suo triste, tristissimo destino. Gascoigne, che già in estate era finito sulle prime pagine di tutti i giornali inglesi e mondiali per l’aggressione da ubriaco all’ex moglie, però sembra aver fatto un passo avanti e, forse, da ciò potrà iniziare la sua resurrezione. Gazza, tra le lacrime, ha confidato alle telecamere di sapere di non essere forte, di temere che un giorno o l’altro cadrà di nuovo vittima della tentazione della bottiglia. A prima vista sembra un’ammissione di debolezza, una resa, quasi un mettere le mani avanti da utilizzare come ‘giustificazione’ per quando il globo terracqueo si troverà di fronte alla sua ennesima follia.

Preferiamo credere e sperare, invece, che stavolta Paul Gascoigne si sia reso conto che il suo avversario – l’alcol – è ben più arcigno, cattivo e pericoloso di ogni difensore mai comparso su un campo di calcio. Forse è la volta buona. Forse stavolta il guascone inglese prenderà sul serio il suo nemico nella partita più importante. Quella per la sopravvivenza. La figliastra Bianca, intervenuta quasi di soppiatto nel documentario di Itv ha confidato di temere il giorno in cui troverà Paul privo di vita, ucciso da quella stessa maledetta bottiglia, un demone che ha letteralmente posseduto il calcio inglese degli anni ’80 e ’90 al punto da spingere una leggenda del calibro di Tony Adams ad aprire una clinica di disintossicazione espressamente dedicata a salvare gli ex giocatori finiti nel vortice dell’alcol.

Staremo a vedere, anche perché non vogliamo più vedere le lacrime sul volto di Paul Gascoigne. Proprio lui che ha insegnato l’ironia al serioso mondo del football… 

Bruce Grobbelaar

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