Destre. Al via Officina per l’Italia: primarie meeting il 9 novembre e poi congresso

Gli ingranaggi di “Officina per l’Italia” – rappresentati plasticamente nel logo dell’associazione – sono stati attivati. A Montecitorio ha preso il via infatti quel laboratorio politico lanciato da Giorgia Meloni durante l’ultima giornata di Atreju con l’obiettivo di mettere a punto idee e strategie per il Paese, ma anche e soprattutto un centrodestra del futuro. «Vogliamo dare un contributo – ha detto il leader di Fratelli d’Italia – per una nuova formazione che possa camminare a testa alta: insomma cerchiamo di costruire una nuova casa con fondamenta più solide e grandi finestre trasparenti». Il punto da cui partire è uno dei cavalli di battaglia dell’ultima stagione: primarie nel centrodestra. Contesa – a cui parteciperà anche Meloni – che alla fine potrebbe vedere vincitore accettato anche Angelino Alfano, «a condizione che ci sia una condivisione preventiva dei programmi e dei progetti». Il punto politico è chiaro: «Abbiamo il compito di esorcizzare il rischio di un centrodestra che sia subalterno alla sinistra, che si limiti a smistare gli spacci dei poteri forti, o che muore ponendosi come unico problema Berlusconi, pur avendo il compito di costruire una eredità del centrodestra di Berlusconi».

Ma come vuole procedere questa “officina”? Su un doppio binario, con un comitato scientifico e uno politico: il primo avrà il compito di elaborare contenuti; il secondo, guidato dall’ingresso di Fratelli d’Italia nella nuova, più ampia realtà assieme agli altri soggetti, avrà il compito invece di predisporre il documento programmatico del nuova ampia coalizione di centrodestra. All’iniziativa hanno partecipato diversi esponenti di Fratelli d’Italia assieme a un parterre che ha visto insieme ex esponenti di An come Gianni Alemanno, Adolfo Urso («Vado a Officina per l’Italia per parlare di sovranità, crescita e solidarietà»), Mario Landolfi, Silvano Moffa, ex ministri del governo Monti come Giulio Terzi, esponenti politici come Magdi Allam, Luciano Ciocchetti e Giuseppe Cossiga e giornalisti come Filippo Facci. Tra gli ospiti d’onore Giulio Tremonti: l’ex ministro si è concentrato su un tema divenuto centrale per tutte le destre europee: la paura derivata dalla perdita di sovranità da parte degli Stati.

E per chi non c’era oggi? Le porte continuano a essere aperte, ha assicurato Ignazio La Russa: «Officina per l’Italia è un percorso in costruzione, aperto alla destra, a La Destra di Francesco Storace ma anche a Fli di Roberto Menia e ad altri». È chiaro, insomma, come per la destra italiana questo sia in qualche senso l’anno zero. Su questo punto La Russa ha rilanciato ottimismo: «Siamo anche più numerosi della pattuglia che nel dopoguerra volle dare voce ad un mondo alternativo alla sinistra…». Per dare continuità a questo primo incontro la road map è segnata; due infatti sono gli appuntamenti dichiarati: il primo il 9 novembre che – come ha affermato Meloni – «è il giorno dove si ricorda la caduta del muro di Berlino e nel quale tireremo un primo bilancio della piattaforma, per arrivare poi a gennaio al primo congresso con primarie all’interno del centrodestra».

La stessa data – il 9 novembre – è stata scelta anche da Francesco Storace per lanciare un’altra manifestazione dal titolo “Rimettiamo in campo Alleanza Nazionale”. «Ci riproveremo a risvegliare questo sentimento nazionale di destra che si esprime attraverso un simbolo che è stato accantonato da una classe dirigente e non certo sbaragliato dalla magistratura» ha rilanciato Storace. «Lo faremo, noi de La Destra, assieme ad altri soggetti politici con cui in questi anni abbiamo avuto rapporti anche durissimi. Ma insieme ci siamo resi conto che con la guerriglia non si va da nessuna parte. Ci vuole unità a destra». Per il momento, però, restano in campo due opzioni diverse. Certo, mancano ancora diversi giorni all’anniversario della Caduta del Muro. Vedremo…

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