Reportage. Una giornata con i bambini in un’enclave serba in Kosovo

serbia unoBrezovic, Kosovo. Il sole splende forte, ma l’aria fresca della mattina preannuncia un inverno rigido in queste zone. Chi vive da queste parti ha sopportato ben altre situazioni. Tipo la guerra. Una guerra infame, tra quelli che una volta erano vicini di casa, ma che poi si sono rivelati nemici storici. A rimetterci, come al solito, ci sono gli innocenti, ovvero i bambini. Soprattutto in una regione come il Kosovo, che fino a pochi anni fa era Serbia, popolato da serbi, ma che ora invece sta diventando, attraverso passaggi storici tortuosi, una repubblica indipendente, a maggioranza, sociale e politica, albanese.

I bambini di Brezovic, enclave serba del Kosovo, vivono e sentono questa situazione ogni giorno. Ad esempio a scuola, dove è stato insegnato loro la canzone che rievoca una storica battaglia del 1389, che per i Serbi è sacra. E che ora sentono di diventare minoranza. Le scritte con lo spray sui muri intorno alla scuola ricordano che questi territori sono e vogliono restare serbi ancora a lungo. Forse per sempre.

L’inverno sarà rigido. E per loro, quando sono a scuola, non è facile neanche andare al bagno. Già, perché le strutture per i bisogni si trovano all’esterno dell’istituto, in condizioni estremamente disagiate. Portare a questi ragazzi un abbraccio o un sacco pieno di quaderni e penne dona loro un sorriso che ti si imprime dentro. Per loro, per i dirigenti e i maestri della loro scuola, è importante sapere che, dall’altra parte dell’Adriatico, ci sono persone che non dimenticano la loro situazione e che conoscono la loro difficoltà nel godersi la libertà.

Giocare tra loro o semplicemente passare le giornate di adolescente, qui non è come nel resto d’Europa. Basta attraversare una strada e ritrovarsi nel quartiere sbagliato. Un presente molto delicato, frutto di un passato conflittuale, che a breve potrebbe vivere una svolta importante. Il 3 novembre ci saranno le elezioni in Kosovo. I serbi le vogliono boicottare. Noi seguiremo gli sviluppi augurandoci il meglio per quei bambini che vogliono semplicemente godersi la loro adolescenza.

(reportage fotografico di Rumon Feluca ed Elena Barlozzari,  collaboratori di Barbadillo che prendono parte a una missione di solidarietà internazionale nelle enclave serbe in Kosovo con l’associazione di volontariato Sol.id)

Rumon Feluca ed Elena Barlozzari

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