Roma. Proteste con blitz della destra contro Marino per la rimozione del poster dei marò

Salvatore Girone, Massimilian LatorreContinua la querelle tra l’opposizione di centrodestra e il Comune di Roma sulla rimozione dell’immagine dei due marò dal balcone del Campidoglio che in passato è stato sempre utilizzato per accogliere le gigantografie dei cittadini italiani e non rapiti in zone di crisi o vittime di persecuzione. La denuncia è rivolta tutta contro il sindaco Ignazio Marino (da giorni assente a Roma) reo di aver tolto la gigantografia – a quanto pare nei giorni della veglia per le vittime di Lampedusa – che “ricorda” la questione aperta dei militari italiani detenuti in India. Immagine che, poi, non è stata riposizionata a quanto pare per ragioni di “tutela artistica” del balcone.

Dal Campidoglio – dopo ore silenzio – minimizzano il fatto spiegando «come tutta la Giunta capitolina e il sindaco Marino sia molto attenta al tema dei diritti umani». E poi contrattaccano: «Stupisce che chi è così vicino a questa vicenda dei marò se ne sia accorto oltre quindici giorni dopo che la foto fosse stata rimossa. Nel frattempo il Comune di Roma aveva fatto con la Sovrintendenza una serie di riunioni proprio per capire come ricollocare la foto e per capire se fosse la cosa più giusta da fare». Se dalla Giunta utilizzano una giustificazione “tecnica”, più esplicito è il capogruppo di Sel in Campidoglio Gianluca Peciola che arriva a definire le proteste «un rigurgito nazionalista ipocrita da parte del centrodestra che dimentica gli altri 3000 detenuti italiani sparsi in tutto il mondo. Il centrodestra riscopre la patria soltanto quando sono imputati, tra l’altro per omicidio, due militari non curandosi delle famiglie dei pescatori che hanno perso la vita».

Insomma, a quanto pare all’interno della maggioranza che sostiene Marino c’è anche chi non si straccia le vesti dinanzi alla rimozione dell’immagine simbolica. Anche per questo dall’altra parte non credono per nulla alle dichiarazioni del sindaco. «Non sono molto credibili le giustificazioni del sindaco Marino riguardo la rimozione, dalla scalinata di Palazzo Senatorio, della gigantografia dei nostri marò, ancora prigionieri in India. Se infatti la rimozione fosse stata solo temporanea, il Campidoglio l’avrebbe sicuramente comunicato», denunciano gli esponenti romani di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera, Andrea De Priamo, Federico Iadicicco e Federico Mollicone. «Tuttavia, se questo annuncio vuole anticipare un doveroso passo indietro rispetto all’ennesima gaffe del sindaco, invitiamo Marino ad attivarsi affinché senza altro indugio l’effige dei marò sia nuovamente posta sulla scalinata del Campidoglio per restarci fino al loro definitivo rientro in Italia. In caso contrario Fratelli d’Italia provvederà direttamente a ripristinare un simbolo che serve a tenere alta l’attenzione su questa annosa vicenda».

Per il Pdl è il deputato Vincenzo Piso a denunciare la situazione: «Si può avere un sindaco della Capitale che mentre il nostro governo tratta la liberazione dei nostri militari fa scomparire la loro foto?». E sulla questione della rimozione si è tenuto oggi anche un blitz in Campidoglio di “Prima l’Italia” che ha esposto una foto gigante dei due militari in India proprio sulla scalinata incriminata. In piazza sono scesi, tra gli altri, Isabella Rauti, moglie dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Gloria Pasquali, Francesco Biava, Felice Costini, Luca Panariello, che hanno tentato di esporre una gigantografia con le foto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, con su scritto a caratteri cubitali “Salviamo i nostri marò”. La foto è stata subito tolta di mezzo da uno dei vigili in servizio nella piazza del Campidoglio. Non è mancata la reazione degli autori del blitz che hanno gridato: «Venduti, vergogna, servi».

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