Politica. Musumeci e Tosi per un altro centrodestra tra ricomposizione e primarie

musutosiL’uomo della “concordia” nella destra italiana? Nello Musumeci, presidente della commissione Antimafia della regione siciliana, che oggi ha incontrato il sindaco di Verona Flavio Tosi nelle sede di rappresentanza dell’Ars a Catania. Si è discusso di contrasto alle mafie, sia al nord che al sud del paese, ma anche è soprattutto del futuro del centrodestra.

Primarie e ricomposizione delle anime in diaspora degli ex di Alleanza nazionale, dunque. Due temi ai quali i due amministratori locali guardano con particolare sollecitudine. Ha riferito infatti Tosi: «C’è bisogno di una competizione trasparente e aperta per individuare il candidato premier della coalizione. Questo può servire in primis a ricompattare il centrodestra e poi, finalmente, a premiare il merito. Credo – ha sottolineato il sindaco di Verona – che gli elettori del centrodestra se lo aspettino così come avviene già nel centrosinistra». Per Flavio Tosi, dunque, «è giusto che siano i cittadini a scegliere senza indicazioni dall’alto. Il tema vero, dunque, sono le primarie alle quali non per forza e non solo dovranno parteciparvi i candidati dei singoli partiti».

Una soluzione, quella delle primarie di coalizione, a cui Musumeci non ha mai negato d’ispirarsi, ma che forse adesso viene in secondo piano rispetto alla necessità di costruire un cartello politicamente appetibile a destra della neonata Forza Italia. Una necessità resa ancora più urgente dall’avvicinarsi della scadenza del voto europeo: «Noi siamo impegnati a ricostruire un grande soggetto di destra, capace di dare rappresentanza a milioni di italiani che da qualche anno non vanno più a votare». Un obiettivo da raggiungere, a cui Musumeci sta dedicando anima e corpo, cercando di stemperare personalmente antichi livori che hanno avvelenato i rapporti tra i leader cresciuti all’ombra di via della Scrofa: «Questo è un ruolo che sto giocando in una parte della destra che ancora non si è riconosciuta in Fratelli d’Italia, ma il mio obiettivo è rimettere insieme il Fli, La Destra, la Nuova Alleanza, Io Sud e Fratelli d’Italia. Solo una destra unita, infatti, può essere competitiva all’interno della coalizione ed insieme al centrodestra, di fronte ad un centrosinistra che appare rissoso ed incapace di elaborare di realizzare un serio progetto di governo».

Certo è che la sinergia tra i due amministratori locali, entrambi interpreti di esperienze virtuose della cosa pubblica, può valere come modello di riferimento per il futuro centrodestra. Di questo Tosi ne è assolutamente convinto: «Chi ha dimostrato nei fatti di saper spendere bene le risorse pubbliche, può lavorare assieme. La gente oggi ci chiede di poter essere governata con competenza». Un’opzione localista che sembra smentire l’azione dei governi dell’ultimo ventennio berlusconiano: «Poco è stato fatto di quello che ci si aspettava. Poi ci sono stati gli scandali e tutto il resto. Bisogna rispondere a questa delusione partendo dal lavoro dei sindaci, gli unici che ancora oggi riscuotono il rispetto dei cittadini».

Ed è infatti l’azione degli amministratori locali quella che, negli ultimi anni, ha dovuto rispondere, più di altri settori dello Stato, ai dettami europei. Lo stesso Tosi, però, non crede che gli slogan antieuropeisti possano essere un cavallo di battaglia del futuro centrodestra: «Non stiamo per uscire dall’Euro, ma per ridiscutere determinati assetti. L’Italia è stata fregata, siamo entrati con un cambio che ha favorito la Germania. Molte delle scelte successive sono state fatte da Francia e Germania ai danni dell’Italia e della Spagna. Dobbiamo far valere la nostra dignità».

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Geza Kertesz

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