Effemeridi. Giovanni Ardizzone una storia fasciocomunista e antimperialista

ardizzoneIl 27 ottobre 1962, lo stesso giorno della strage di Bescapè nella quale furono assassinati il Presidente dell’ENI, Enrico Mattei e gli altri due che viaggiavano con lui, nel pomeriggio di quel piovoso sabato milanese, fu ucciso dalla Polizia lo studente Giovanni Ardizzone.
La Camera del Lavoro di Milano aveva organizzato una manifestazione di protesta “contro l’aggressione americana a Cuba”.
Era il momento della “crisi dei missili nucleari di Cuba” con relativa tensione internazionale e blocco navale USA.
La manifestazione nel centro di Milano raccolse migliaia di persone nonostante la pioggia; dopo il comizio che si era tenuto in piazza del Duomo era previsto un corteo che la Questura però aveva vietato. I manifestanti che comunque si erano incolonnati per percorrere le vie del centro furono travolti dalle cariche della Celere arrivata da Padova.
Davanti alla Loggia dei Mercanti una camionetta investì in pieno lo studente di Farmacia, Giovanni Ardizzone, di 21 anni, figlio del farmacista di Castano Primo (Milano), uccidendolo.
Altre due persone furono gravemente ferite negli scontri, un operaio e un muratore; restarono tra la vita e la morte per alcuni giorni. Molti i fermati e gli arrestati.
Il giovane che scandiva “Cuba sì yankee no!” è oggi ricordato nell’arcipelago caraibico che ha intitolato al suo nome una Facoltà di Medicina.
Giovanni Ardizzone affiancava allo studio la generosità dell’impegno politico. Il suo percorso era stato comune a molti della sua generazione: giovanissimo era stato iscritto all’Azione Cattolica era poi passato nelle file giovanili missine (“Il Secolo d’Italia” pubblicò la foto della sua tessera della sezione di Castano Primo datata 25 giugno 1958); a Milano si era impegnato politicamente nel nome dell’anti-imperialismo.

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Amerino Griffini

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