Roma. I lavoratori del Comune in rotta con il sindaco Marino: sarà sciopero


«Non si assicura il regolare svolgimento dei servizi dalle ore 11 alle ore 14 causa svolgimento assemblea sindacale»
. Così recitavano i fogli appesi sulle porte degli uffici del Comune di Roma Capitale il 30 ottobre, giorno in cui più di duemila dipendenti, si sono riuniti sotto la statua di Marco Aurelio per far sentire la loro voce, il primo passo verso una mobilitazione collettiva contro l’amministrazione comunale, che si concreterà il 13 novembre, giornata di sciopero del pubblico impiego. Una partecipazione sentita e numerosa, che le parti sindacali stesse non si aspettavano. Per questo, dalla sala del Carroccio, si sono tutti trasferiti in piazza del Campidoglio, una piazza adatta ad ospitare un numero così elevato di persone, “la piazza del Sindaco”. Anche se il Sindaco non c’era, era in radio a parlare delle sue 75 assunzioni e a promettere lo streap, in caso di vittoria dello scudetto da parte della Roma.

L’assemblea del 30 ottobre, è stata indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Tre in tutto i punti all’ordine del giorno: manovra finanziaria, macrostruttura, valorizzazione del personale. A scatenare la protesta, infatti, non sono state solo le 75 assunzioni esterne effettuate di Marino, a fronte dei 24mila dipendenti di ruolo del Comune che attendono da mesi lo scorrimento delle graduatorie (termine ultimo: 31 dicembre 2013). Tra l’altro, avvisi interni dei dipendenti del Comune vociferano di circa 250 assunzioni dalla Provincia al Comune, in un momento in cui le casse languono e si sta tentando il tutto per tutto per evitare il commissariamento a fine 2013. Ma c’è anche la mancata stabilizzazione del precariato – «i precari sono una risorsa», strilla la piazza –, la mancata tutela delle maestre d’asilo, la mancata contrattualizzazione, a causa del rifiuto dell’amministrazione al dialogo, dei circa 15milioni di euro stanziati per la produttività, «linfa vitale per chi guadagna 1.200 euro al mese», come ha dichiarato Alberto Galante, di Uil. «Il dubbio – ha aggiunto– è che vogliano assorbire questi soldi nel debito».

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=afinGvAKbwQ[/youtube]

C’è poi la questione della “macrostruttura”: sono mesi, annunciano i sindacalisti, che si attende l’apertura di un tavolo per verificare la fattibilità delle promesse elettorali. Non solo. Si attende anche la riorganizzazione delle strutture del Comune, che, a quanto si apprende, è già stata decisa, ma non ancora comunicata ai dipendenti.  Quei dipendenti che, incrociando le braccia per 3 ore, hanno voluto dimostrare che se loro si fermano, il Comune non va avanti. E che quindi, loro, sono la prima risorsa dell’attività dell’amministrazione.

«Basta utilizzare meglio ciò di cui si dispone per creare risorse aggiuntive». Così recita il comunicato inoltrato dai sindacati ai lavoratori. «Invece – si legge – in questi mesi abbiamo assistito a: eccesso di spese per incarichi esterni; acquisizione di personale in comando da alta amministrazione richiesta dalla politica; ritardi nell’azione amministrativa, a partire dagli assetti organizzativi; nessun intervento significativo sulle aziende controllate. Noi chiediamo: valore del contratto integrativo; stabilizzazione del personale precario; assunzione del personale risultato vincitore di concorsi; recupero risorse necessarie ad aprire nidi comunali pronti; un progetto che definisca obiettivi e priorità per la polizia locale; incremento di risorse da decentrare sui servizi dei municipi; valorizzazione della professionalità del personale; aperture delle biblioteche, valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e archeologico; assistenza domiciliare e altri servizi sociali; supporto ai bambini disabili nelle scuole. Adesso basta: il tempo è scaduto».

Cercano risposte i lavoratori. Dopo una deludente amministrazione sotto l’egida di Alemanno, sperano in azioni concrete, risposte chiare ed immediate che soddisfino legittime aspettative, ma che tardano ad arrivare. Non certo la riduzione di un’indennità accessoria. Infatti, sembra che si voglia intervenire eliminando dalla busta paga quei 100 euro che circa 20.000 (non tutti, quindi) dipendenti ricevono per una prestazione aggiuntiva di servizi.

@barbadilloit

Martina Bernardini

Martina Bernardini su Barbadillo.it

Exit mobile version