Governo. Bonus assunzioni giovani flop? Si accende lo scontro Grillo-Letta

impieganteIl bonus per le assunzioni, stanziato dal governo Letta a giugno 2013, un buco nell’acqua? Almeno a sentire Beppe Grillo sì, dato che sull’argomento ha aperto un altro fronte polemico con il premier Letta. L’incentivo, 650 euro al mese per un anno, doveva servire ad aiutare i single con persone a carico, i ragazzi disoccupati da più di sei mesi e quelli sprovvisti di un diploma di scuola superiore. Su 100mila posti disponibili, sono arrivate circa 14 mila domande, sintomo del fatto che in questo periodo le aziende non assumono, neanche se incentivate. Altri 100mila posti avrebbero dovuto nascere dai bonus per l’autoimprenditorialità.

Poco dopo la notizia, a scatenare la polemica contro il governo è stato proprio il leader del Movimento 5 Stelle, che già a giugno aveva criticato il provvedimento mettendo in dubbio la validità dei requisiti richiesti. Dal suo blog l’ex comico non si risparmia: «La tanto sbandierata misura che avrebbe dovuto garantire 200mila assunzioni ha fallito miseramente, come qualunque persona di buon senso aveva previsto». La risposta di Enrico Letta, via facebook, non si è fatta attendere: «Come sempre più spesso gli capita, Grillo fa disinformazione», sostiene il premier, spiegando che il progetto ha durata triennale e che avere già 14mila domande il primo mese è un ottimo risultato «a dispetto del disfattismo di chi pare non riuscire a non criticare chi cerca di agire e di fare le cose per bene, quasi solo per la soddisfazione di vedere le cose andare ancora peggio».

A difendere la misura del governo è intervenuto anche il ministro del Welfare Giovannini: da parte sua – rispondendo a un articolo critico del Corriere della Sera – tiene a sottolineare che i fondi sono stati spalmati su un triennio e quindi non era il caso di aspettarsi «che le assunzioni» avvenissero «tutte in poche settimane». Anzi rivendica che il governo «aveva previsto correttamente i comportamenti delle imprese in un momento ancora difficile come l’attuale». «È comprensibile che il ministro difenda la sua creatura – ha replicato Enrico Marro, autore dell’articolo – il bonus occupazione. Ma sarebbe utile qualche riflessione sugli evidenti limiti mostrati da questo strumento». La polemica scoppia proprio dopo la diffusione dei dati sulla disoccupazione giovanile. Ormai più del 40% dei giovani non studia e non lavora, molti hanno perso le speranze di trovare un’occupazione: il lavoro, questi ultimi, addirittura non lo cercano più.

@cescofilip

Francesco Filipazzi

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