Facebook. Un gruppo di utenti denuncia violazioni della privacy. L’azienda nega

facebbokFacebook nell’occhio del ciclone negli Usa, dove un gruppo di utenti californiani ha deciso di fare causa all’azienda che gestisce il social network più famoso del mondo per una presunta violazione della privacy. Secondo i querelanti l’azienda spierebbe le conversazioni private contenenti i link, per trarne vantaggio economico, vendendo i dati raccolti ad aziende pubblicitarie.

Che gli utenti social siano di fatto dei prodotti è noto, ciò che non è accettabile è la violazione della corrispondenza privata, che infatti dall’azienda è negata nel modo più assoluto. Dall’amministrazione di Facebook fanno sapere che si difenderanno dall’accusa in tutte le sedi e con tutti gli strumenti. Quanto ci sia di vero nell’accusa lo stabilirà quindi una corte.

Oggi possiamo solo dire che è molto probabile che esistano degli algoritmi che filtrano le conversazioni private per evitare lo spam, esattamente come i filtri anti spam della posta elettronica. Non c’è quindi nulla di malvagio nel cercare di proteggere gli utenti da messaggi indesiderati, a patto che le informazioni non vengano immagazzinate per altri utilizzi.

Dopo la dura presa di posizione delle maggiori aziende informatiche statunitensi quindi, proprio una di esse finisce sul banco degli imputati, rischiando di vedersi notificare addirittura una class action con richieste di risarcimento milionarie.

Nel frattempo i naviganti potrebbero prendere alcuni accorgimenti ed evitare di parlare di cose importanti in una chat, perché fra agenzie governative e algoritmi di controllo, la conversazione potrebbe essere piuttosto affollata.

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Francesco Filipazzi

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