Kosovo. Abbattuta la statua del poeta Vuckovic. Tensioni nei comuni del nord serbo

kosovo è serbiaProprio il giorno del Natale ortodosso è andata in scena l’ultima provocazione nel complicato quadrante dei Balcani. Il monumento dedicato a Lazar Vuckovic, il più importante poeta serbo, è stato infatti abbattuto alcuni giorni fa in un villaggio nel sud della provincia di Gornje Selo in Kosovo. Mentre la polizia ha tentato di ridimensionare l’episodio riconducendolo ai materiali preziosi di cui era composta la statua, a fugare ogni dubbio è il giorno in cui l’atto vandalico è stato commesso: il Natale festeggiato dalla popolazione serba, in maggioranza cristiano-ortodossa. La scelta della data non è stata certamente casuale e contribuisce ad alimentare una tensione ormai storica nella regione dove i rapporti tra la comunità serba e quella albanese periodicamente subiscono dei pesanti contraccolpi.

«Questo episodio è stato un messaggio chiaro e terrificante alla famiglia Vuckovic e a tutti noi», è quanto ha affermato Zivojin  Rakocevic, speker radiofonico serbo, che per primo ha annunciato la scomparsa della statua, confermata in diretta dai familiari del poeta. A rendere il clima ancora più incandescente ci ha pensato la demolizione di un istituto scolastico storico serbo, che era in piedi da ben 109 anni, situata a pochi chilometri di distanza dalla statua. Tra i soggetti che Vuckovic ha celebrato nelle sue opere vi è il richiamo alla coesione e all’unità del popolo serbo, un sentimento che soprattutto negli ultimi anni è stato messo a dura prova da una serie di eventi. Lo scorso 3 novembre si sono tenute le prime elezioni da quando venne dichiarata l’indipendenza del Kosovo, non accettata né riconosciuta dalla Serbia e dal suo popolo. Proprio la vigilia di queste elezioni è stata caratterizzata da una serie di episodi violenti che hanno visto protagonisti entrambe le fazioni.

E che il Kosovo sia tutt’altro che un territorio pacificato lo dimostrano anche le tensioni che animano la stessa “politica”. È notizia di queste ore infatti la rinuncia del sindaco del settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica, Krstimir Pantic, che ha voluto in tal modo protestare per la presenza di simboli statali kosovari alla cerimonia di giuramento nei giorni scorsi, nella parte serba di Mitrovica: ciò significa che verranno ripetute le elezioni municipali.

Che cosa è successo? Dopo giorni di polemiche e rinvii, poco prima della scorsa mezzanotte di sabato si sono tenute le prime riunioni costitutive delle quattro municipalità serbe del nord del Kosovo, scaturite dalle elezioni locali del 3 novembre e primo dicembre scorsi (con i turni di ballottaggio). Le cerimonie inaugurali delle nuove amministrazioni comunali, tutte a porte chiuse, si sono tenute nel settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica, a Zvecan, Zubin Potok e Leposavic – i quattro centri principali del nord del Kosovo a maggioranza di popolazione serba. La mezzanotte era il termine ultimo per tenere le riunioni inaugurali dei quattro Comuni, in caso contrario si sarebbe andati alla ripetizione del voto. Alla fine, con la mediazione di Ue e Osce si era riusciti a trovare un compromesso sulle modalità delle cerimonie, superando i contrasti fra Pristina e Belgrado che avevano provocato un rinvio già il 24 dicembre. Si era deciso infatti di coprire con degli adesivi i simboli statali del Kosovo presenti sui documenti ufficiali firmati nelle cerimonie, per venire incontro alle richieste dei serbi che non riconoscono l’indipendenza del Kosovo e non ammettono bandiere o altri simboli statali di quella che considerano ancora una provincia serba.

A Zvecan, Zubin Potok e Leposavic non si erano registrati problemi, ma il sindaco della parte serba di Mitrovica Pantic, esponente dell’ala del nazionalismo serbo ostile all’indipendenza del Kosovo, aveva rinunciato a giurare, ritenendo inammissibile la presenza di stemmi e simboli statali kosovari sui documenti, pur coperti temporaneamente con adesivi. «Non voglio fare un atto in violazione della costituzione serba» che non prevede un Kosovo indipendente – ha spiegato polemicamente Pantic, dimessosi anche dalla carica di vicecapo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo.

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Luca Cirimbilla

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