Politica. Grillo insulta il giornalista Marinetti. E chi di dovere non censura il misfatto

marinetti

“Gli animali sono tutti uguali ma qualcuno è più uguale degli altri”, scriveva George Orwell. Insultare un giornalista è un atto deprecabile. Vale per la commentatrice dell’Unità Maria Novella Oppo come per Giovanni Marinetti, inviato di Matrix e firma di Barbadillo.it. Per l’informazione italiana, però, possono esistere due pesi e due misure. Ora questa deriva va censurata e alla stampa di sinistra – distratta su questa vicenda – bisognerebbe ricordare la poesia “Prima vennero…” attribuita erroneamente a Brecht…

I fatti. «Morto che cammina». «Giornalista precario». «Tu lavori? Ma anche il mafioso fa il suo lavoro». Per il leader del M5S Beppe Grillo è normale apostrofare così un giornalista che gli pone una serie di domande mettendolo in difficoltà.

Il riferimento alla mafia. Parlare poi di “mafia” così a Giovanni Marinetti – collega di Matrix da sempre impegnato nella lotta antimafia a partire proprio da Gela, sua città di origine – e accusarlo di essere “precario” sembra proprio una beffa. Certo Grillo questo non poteva saperlo. Ma utilizzare questo linguaggio fuori dal palcoscenico, fuori dalla licenza da “teatro dell’assurdo”, e attaccare un lavoratore – «ti pagano venti euro…» – nello svolgimento delle proprie funzioni è una grave caduta di stile che evidenzia la grossolanità del movimento pentastellato. Movimento che dopo quasi un anno in parlamento non ci risulta abbia partorito soluzioni rivoluzionarie contro la piaga della precarietà nel mondo del lavoro.

È chiaro come l’insulto del leader del Movimento 5 Stelle non è indirizzato al giornalista in sé: l’obiettivo è colpirne uno per educarne cento. Il giornalista – seguendo l’invettiva di Grillo – sarebbe lo “sgherro” di un sistema informativo che minimizza l’operato del M5S.

Che fare? Abbiamo aspettato qualche giorno prima di commentare l’accaduto. Nel frattempo sarebbe stato auspicabile sui media un gesto di solidarietà, una presa di posizione, uno spunto anche per dibattere su ciò che è avvenuto, ma né dall’Ordine dei giornalisti, né dal sindacato dei giornalisti, né da altri organi di informazione è giunta una parola sulle offese – queste sì “gratuite” – del comico-leader politico al nostro collega. Non vorremmo che trai giornalisti, ci fosse “qualcuno più uguale degli altri…”.

@barbadilloit

Barbadillo.it

Barbadillo.it su Barbadillo.it

Exit mobile version