Governo. La lista dei ministri di Feudalesimo e Libertà: “Marco Polo agli Esteri e marò a casa”

Mentre Matteo Renzi cerca un ministro dell’Economia, c’è chi ha già le idee chiare e propone un governo d’eccellenza. Sono quelli di Feudalesimo e Libertà, che tramite i loro araldi annunciano che «allo contrario de’ Messer Matteus de’ Renzi, lo Imperatore ha già scelto la sua squadra de’ ministri, tutti si son sentiti honorati della nomina et in ogne caso niuno (a differenza dei tanti “no” pesanti che ha ricevuto Renzi dai potenziali nuovi ministri, ndr) avrebbe pensato di rifiutar la nomina».

La squadra è composta da personalità di spicco, che sicuramente governeranno al meglio. Il Primo ministro dell’impero sarà Can Grande della Scala, già signore di Verona, mai spaventato dalla pugna. Agli Esteri vediamo Marco Polo, grande diplomatico «lo unico homo capace de’ farsi riconsegnar li due marinai inquisiti dallo Marajà delle Indie» (ogni riferimento alla vicenda dei due marò è voluta!). Nel campo dell’Istruzione si farà valere Torquemada, che ha inserito nel programma l’abolizione della scuola pubblica per riservarla «alli rampolli nobiliari» a cui verrà insegnato come «scovare l’eresia et mondarla».

All’Agricoltura, settore che vive una grande crisi nel territorio imperiale, chi meglio dell’inventore della birra, Gambrinus, che ridarà grande lustro alla coltivazione di luppolo orzo e frumento. Per quanto riguarda i Lavori pubblici, vediamo impegnato Leon Battista Alberti «homo che non si faceva fermar da piani paesaggistici et burocratia et li cui edifici han resistito a multi più moti tellurici de’ quelli de’ pastafrolla attuali». Un altro grande problema che affligge le città e i villaggi è la peste, per questo Fel indica il dott. Erasmo da Avignone per sconfiggere il morbo di manzoniana memoria.

Anche l’impero vive la sua crisi economica, per questo lo Sceriffo di Nottingham, futuro ministro del Tesoro, ha le idee chiare «far pagare lo prezzo della crisi allo volgo et non alli nobili». Agli Interni invece ci sarà bisogno di pugno di ferro. Per questo il feroce e terribile Ezzelino il Tiranno è stato chiamato all’ambita carica. Il tutto sotto l’egida dello Imperatore, che non mancherà di punire con cento frustate coloro che si permetteranno di governare male.

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Francesco Filipazzi

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