Pompei. Il mito al cinema mentre la città (vera) continua a crollare

crolliMentre il mito di Pompei va al cinema, la città del mito continua letteralmente a crollare e rischia di perdersi un sito archeologico che rappresenta un’unicità senza eguali. Si registrano sempre più frequentemente crolli di muri e tetti di cui tre gravi solo nell’ultima settimana. Il caso è internazionale e l’Unesco ha dichiarato che se non si procederà velocemente alla messa in sicurezza delle strutture danneggiate dalle forti piogge di questi giorni,  si rischierà la perdita di una larga parte del sito. L’Unione Europea, che un anno fa stanziò 105 milioni di euro, ne ha messi a disposizione ancora 2 per interventi imminenti. In tutto questo il governo il governo italiano cerca di tamponare con lo stanziamento di altri due milioni.

I responsabili della situazione, nel frattempo, non vengono mai individuati, nonostante la situazione vada avanti da anni. Per un fatto simile Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali ai tempi del Governo Berlusconi, venne sottoposto a un serrato attacco mediatico e politico a causa del crollo di una Domus e pochi mesi dopo si dimise. Successivamente i ministri Galan (Berlusconi), Ornaghi (Monti), Bray (Letta) e Franceschini  (Renzi), nonostante i crolli proseguissero e proseguano, non hanno subito lo stesso trattamento.

La locandina del film che celebra il mito di Pompei

L’incuria di cui è vittima Pompei, come dicevamo, è nota e denunciata da anni. Il presidente dell’Osservatorio del Patrimonio culturale, Antonio Irlando, rilasciando un’intervista a Radio Vaticana dichiara che  «ormai le criticità sono evidenti da almeno una quindicina d’anni e noi facemmo uno studio nel 2005, nel quale spiegavamo che l’80% dell’area archeologica di Pompei era a rischio crollo o, più in generale, di distruzione. Purtroppo, c’è voluto il crollo della “Schola armaturarum” di qualche anno fa per portare all’attenzione di tutti in maniera evidente, per far aprire gli occhi a tutti e per far allargare la consapevolezza sul dramma che si viveva a Pompei. Oggi ancora crolli, è come se qualcuno ci stesse dicendo: “Ma che aspettate? Che cosa continuate a nascondere?”. Perché si tratta spesso anche di nascondere le cose… A Pompei, la situazione è fuori controllo: per ogni crollo reso noto con un comunicato ufficiale della Sovrintendenza, ce ne sono almeno nove di cui non si ha notizia».

Un brutto trattamento, per un sito archeologico che ha cambiato la storia e la cultura dell’umanità. Quando nel 1748 i Borboni iniziarono a finanziare lo studio e gli scavi della zona, generarono un grandissimo interesse, stuzzicando le fantasie di artisti e letterati, che sfociarono poi nel neoclassicismo. Questo però sembra secondario e dove non è riuscito il Vesuvio probabilmente riuscirà l’incuria.

@cescofilip

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Francesco Filipazzi

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