Recentemente, come abbiamo già raccontato su Barbadillo, ha fatto scalpore in Europa l’occupazione della fabbrica produttrice delle madeleine, che stava per essere venduta, ma con buone probabilità verrà salvata dai lavoratori stessi. Un episodio simile ad alcuni accaduti anche in Italia, dove gli operai che, nonostante l’azienda, non si sono arresi sono diventati protagonisti di avventure anche longeve.
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Un esempio interessante è quello dell’Evotape, che produce nastro adesivo per imballaggi nella zona di Latina. La crisi dell’azienda non era determinata da fattori reali, ma da giochi finanziari ai vertici della multinazionale che la controllava. Dopo il fallimento nell’aprile del 2012, i lavoratori costituiti in cooperativa hanno presentato un piano di rilancio, approvato dal giudice fallimentare. In circa un anno sono arrivati ad un fatturato di un milione di euro, che fa ben sperare per i progetti futuri.
In totale nel nostro Paese sono state avviate una quarantina di esperienze, denominate in inglese “workers buy out” e i primi a censirle sono stati i giornalisti di il bureau.com. Non tutte le “fenici d’Italia” sono riuscite a sopravvivere, mentre altre si sono reinserire nel mercato alla grande. In tutto questo non c’è nulla di ideologico, ma semplicemente la presa di coscienza del proprio valore da parte di alcuni professionisti che non si arrendono alla cassa integrazione e alla disoccupazione. Queste persone hanno dimostrato come spesso le delocalizzazioni e le vendite agli stranieri non siano la soluzione ottimale e che i posti di lavoro possono essere salvati. Basta volerlo.
@cescofilip