L’intervista. Fabio Rampelli: “In Europa An è contro la Merkel. Mani libere per le alleanze”

rampelli«Ci presentiamo come Fdi-An. Punto. Non abbiamo vincoli di coalizione. Non siamo obbligati ad entrare in alcun gruppo. Possiamo fare quello che desideriamo». Mani libere, dunque. Fabio Rampelli, deputato dei Fratelli d’Italia, puntualizza così sul dibattito sulle euroalleanze del partito di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Intanto la Meloni ha in programma incontri a Bruxelles sia con Marine Le Pen che con i conservatori: in ogni caso – riferisce a Barbadillo il parlamentare – «puntiamo su Strasburgo per difendere i nostri cittadini dalle autentiche aggressioni arrivate con la complicità di una classe politica, quella italiana, demotivata e poco capace di tutelare gli interessi nazionali. Noi siamo il primo contributore d’Europa. Ma in cambio riceviamo insulti. All’estero ci rappresentano come i “maiali” del continente. É intollerabile».

Intanto, però, Gianni Alemanno ha lanciato dei segnali molto chiari in favore del blocco conservatore. É un fatto importante, non trova?

Certo, abbiamo intrapreso dei rapporti con loro appena usciti dal Ppe. Dal quale ci siamo allontanati non perché non ne condividiamo il manifesto di valori. Affatto. Ci riconosciamo nei valori della solidarietà, della famiglia e del rispetto della vita.

Il distinguo dov’è, ci faccia capire?

Oggi i popolari sono a trazione tedesca. La Germania è la vera responsabilità del disastro europeo. Con la Grecia che ha sfiorato il default, il Portogallo che si è desertificato dal punto di vista socio-economico, mentre la Spagna è commissariata di fatto dalla Troika. Se il Ppe vuole essere rappresentato dalla Merkel, noi non ci stiamo. Lei è contro l’Italia. Non possiamo stare con lei, dunque.

Perché non puntare alle affinità con il Front national che nei fatti è il vincitore morale delle ultime amministrative in Francia?

Non abbiamo alcun pregiudizio verso di loro. Ci mancherebbe.

E allora?

Ripeto. Non ho alcun giudizio in merito. Ci metteremo in ascolto e vedremo. C’è di fatto che la storia dei movimenti nazionalisti è complicata. Non vogliamo fare passi falsi. Se il Front fosse xenofobo, non avremmo nulla a che spartire con loro. Se fosse razzista, neanche.

Come spiega quindi il fenomeno Marine Le Pen?

Ha avuto sicuramente la capacità d’intercettare a sinistra e a destra il consenso dei francesi rispetto ad una diversa idea d’Europa. Ecco, su questo siamo in perfetto sintonia con lei. Crediamo nell’Europa delle patrie. Non in quella che misura le zucchine o le maglie delle reti da pesca.

C’è pure il Fiscal Compact, non trova?

Già. Un’idiozia. Abbiamo firmato un trattato che nella migliore delle ipotesi non potremmo neanche rispettare.

Con la compilazione delle liste per le Europee, invece, come andiamo? Isabella Rauti?

No, non sarà candidata. Non sono in grado però di fare anticipazioni. Ci sono più nomi che posizioni in lista. È un problema serio. Il legislatore dovrebbe allungare le liste. Nel collegio Sicilia-Sardegna, ad esempio, sono soltanto otto i candidati. È un’assurdità. Intere province rischiano di non essere rappresentate.

Temete la soglia di sbarramento?

Affatto. Siamo molto determinati. È una bella sfida invece.

@barbadilloit

Fernando M. Adonia

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