Europee. CasaPound e FN non correranno: “Richieste troppe firme. Norme liberticide”

ARRESTATO SIMONE DI STEFANO ELEMENTO DI PRIMISSIMO PIANO DI “CASAPOUND” FOTO PROTOL’arcipelago “no euro” perde alcune pedine in vista dell’appuntamento di maggio: non ci saranno alle elezioni Europee di maggio infatti né CasaPound, né Forza Nuova e la Fiamma Tricolore, tutti movimenti dalla forte impronta eurocritica. Il motivo comune è la raccolta di firme per presentarsi alla tornata: soglia, molto discussa trasversalmente (anche dalla lista Tsipras), che i movimenti non hanno raggiunto e che non finisce di creare polemiche.

CasaPound in una nota ha ringraziato l’impegno dei sostenitori per le 85mila firme raccolte. Nonostante questo – come spiega il vicepresidente Simone Di Stefano – «una legge elettorale liberticida impedirà agli italiani di votare per CasaPound Italia alle europee del 25 maggio prossimo». «Nonostante l’incredibile sforzo militante che ha consentito alle nostre sezioni sul territorio di raccogliere 80mila firme in tutta Italia – ha spiegato Di Stefano -, non siamo riusciti a raggiungere l’assurdo numero di sottoscrizioni necessario per presentare la nostra candidatura. Non è una sorpresa: richiedere cifre record, come 30mila firme in Sicilia e Sardegna o 3mila in piccole regioni come la Valle d’Aosta e il Molise, è un ovvio escamotage per eliminare ogni possibilità di partecipazione al voto da parte di forze non presenti in parlamento».  Per CasaPound insomma si è avuto «l’ulteriore conferma di un sistema pronto a tutto pur di negare spazio vitale a ogni forza indipendente e non conforme».

Anche Forza Nuova ha denunciato pesantemente la legge e il “clima” che ha accompagnato la raccolta delle firme (tant’è che il movimento ha deciso infine di sospendere la campagna firme). Lo ha fatto con il segretario nazionale Roberto Fiore  che ha criticato «l’assurdità di una legge che pretende la raccolta di oltre 3000 firme in regioni piccolissime come Molise o Val d’Aosta: legge truffa volta a tutelare i partiti già presenti in Parlamento (che non devono presentare nemmeno una firma) e stroncare le formazioni anti sistema» nonché «le gravi minacce, gli arresti illegittimi e il clima di intimidazione verso tutti coloro che hanno con grande generosità raccolto firme e consensi per Forza Nuova».

Stesso problema di raccolta anche per la Fiamma Tricolore mentre discorso a parte è quello de La Destra che non presenterà lista e simbolo perché ha scelto di far confluire i suoi voti in Forza Italia: il fatto però che il leader Francesco Storace non sia candidato tra gli azzurri alimenta la possibilità che parte dei voti potrebbero confluire altrove.

Il nodo da sciogliere, insomma, riguarda come e dove questo tesoretto di consensi (si tratta pur sempre almeno di un punto percentuale, potenzialmente determinante per superare la soglia del 4% o per rafforzare la pattuglia di deputati) possa confluire tra l’offerta dei partiti – Fratelli d’Italia, Lega Nord-Patriae e, in parte, Movimento 5 Stelle – che si candidano a rappresentare l’ondata euroscettica in Italia. Ma anche come questi partiti che si candidano intendano aprire finestre di dialogo. Intanto Forza Nuova, nel suo comunicato, ha praticamente già invitato all’astensione i suoi sostenitori. Cosa faranno gli altri, esclusi e non?

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