Politica. Tremonti contro il mercatismo immagina il centrodestra sovranista che verrà

Canto_patriottico_1915La campagna elettorale per le elezioni europee si sta rivelando povera di contenuti, e soprattutto ripetitiva negli schemi a cui è ridotta la contesa tra il premier Renzi, il redivivo Berlusconi e il guascone Grillo. Le idee latitano, sommerse dagli slogan. E allora ci ha pensato Giulio Tremonti, intellettuale lucido ed efficace nell’elaborazione di idee (meno incisivo da ministro, ma ha tante attenuanti), con una intervista al settimanale Rcs “Sette” scompagina i giochi e indica la rotta sovranista da percorrere per quello che resterà dopo la competizione elettorale del rassemblement di centrodestra.

Umanizzazione di politica ed economia

Tremonti si scaglia contro “mega banche globali, grandi hedge fund”, “un blocco sconfinato di potere che determina gli equilibri degli stati”. E inquadra così lo scenario: “E’ un errore sia pensare che si tratti di un gruppo di caimani sia sperare che si tratti solo di un gruppo di illuminati. Ma è un errore non rendersi conto che si è perso il rapporto tra Stato, territorio e ricchezza e che ormai questa massa di denaro non ha più relazione con i beni di Dio, il grano, il petrolio, l’oro… Sono numeri computerizzati. La Repubblica internazionale del denaro è l’avanguardia di altre repubbliche nascenti”.

Nuovi colossi digitali che governeranno i popoli

L’ex ministro coglie l’essenza del nostro tempo soffermandosi sullo strapotere delle multinazionali del digitale, che orientano le nostre esistenze (non solo i nostri consumi) senza alcun vaglio o controllo popolare: “Google, Amazon… Moneta digitale, autostrade digitali, nuove agorà sociali. Non saranno più gli Stati a imporre le loro leggi, ma le repubbliche digitali a imporre le loro leggi agli Stati”.

La battaglia culturale e politica

La contestazione è rivolta contro “un blocco di potere culturale, economico e politico di stampo mercatista: la finanza sopra l’economia, l’economia sopra la politica. Negli ultimi vent’anni è cambiato il mondo”. E in questa riflessione c’è anche tutta l’arretratezza di un’area culturale che pur avendo ricevuto in dote da maestri come Ezra Pound o Giacinto Auriti letture e indicazioni preveggenti, non ha realizzato una presenza politica e culturale in grado di cogliere e sostenere le sfide del nostro tempo.

Il Risiko geopolitico

Con categorie schimittiane Tremonti osserva gli scenari globali: “Un’Europa caratterizzata da crescenti conflitti prodotti dal dominio tedesco potrebbe vedere la Germania espandersi e trovare alleanza a Est. E’ l’antica maledizione delle potenze di terra”.

L’alleanza sovranista che verrà?

L’ultima considerazione è riservata al blocco politico del centrodestra, che l’intellettuale lombardo vorrebbe schierato sul fronte sovranista: “Bisogna guardare al futuro, e ripartire ragionando su un arco temporale medio-lungo”. La somma algebrica dei consensi di Lega, Ncd, Fratelli d’Italia e Forza Italia confermerà che il raggruppamento nazionale ha ancora un forte radicamento popolare. Da qui bisogna però ripartire con “un gruppo dirigente intorno a un catalogo di valori e proposte”. Eccole declamate: “La sovranità nazionale… L’immigrazione, che è un tema identitario. E le proposte: il principio secondo cui tutto è libero tranne quello che è vietato”.

Il dibattito non è neppure iniziato. Dopo le Europee, verrà il tempo di ridefinire il perimetro dell’area patriottica e Tremonti sarà un interlocutore prezioso per questa inevitabile fase costituente.

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Michele De Feudis

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