Benfica ko. La maledizione di Guttman continua: Siviglia campione con bacio scandalo

bacio gayLa finale dell’Europa League, a Torino, ha dimostrato a tutti perché a nessuno interessino davvero le sorti della sorella stracciona dell’opulenta e tronfia Champions League. Il Siviglia vince ai rigori contro il Benfica, più che sé stessi, gli spagnoli devono ringraziare la maledizione di Bela Guttman, l’ultimo allenatore ‘continentale’ delle Aquile di Lisbona che, di fronte all’avidità dei suoi stessi dirigenti che gli negarono i premi per i successi in Coppa dei Campioni nei primi anni ’60, esclamò: “Dopo di me non vincerete mai più nulla in Europa“. Dopo di lui otto finali: tutte perse.

RIGORI, TRIBUNE E SOAP-OPERA. Il primo tempo sembra la riedizione continentale di un partita di fine campionato in serie C. Due squadrette che non hanno nulla da dirsi. Nella seconda frazione di gioco il Benfica prova a portarsi a casa la partita e crea diverse occasioni mentre il Siviglia si affida totalmente alla qualità che l’ha portata in alto in Europa: una fortuna sfacciata. Si arriva ai supplementari che passano senza gol. Si arriva allo psicodramma dei rigori e scende in campo Bela Guttman. Le Aquile sbagliano due volte (Cardozo e Rodrigo), il Siviglia non sbaglia mai. La Coppa vola in Spagna. Davanti agli occhi di Antonio Conte che parlotta insistentemente con sir Alex Ferguson (se lo porterà a Manchester? Accetterà la corte inglese? Conte lascerà la Juve?) e a quelli di Gigi Buffon e Alena Seredova (avranno fatto pace? stanno insieme per il bene della famiglia? tutti bene a casa?). Insomma, il gossip delle panchine e delle famiglie ‘vince’ rispetto allo ‘spettacolo’ in campo.

SALUTI & BACI. Dato che il campo è povero di contenuti, giustificazioni e argomentazioni alla vittoria fortunosa del Siviglia, c’hanno provato due calciatori biancorossi, il capitano Rakitic e Carriço a dare un significato al successo in Europa League. Si sono baciati sulle labbra per festeggiare la vittoria del trofeo continentale minore. Un’esultanza insolita, forse esagerata, ma perfettamente proporzionata all’incredulità e alla gioia di essersi aggiudicati l’ex Coppa Uefa senza colpo ferire. Ovviamente, l’esultanza dei due non è passata inosservata e adesso, oltre a dover accettare che si può vincere una coppa giocando malissimo una finale, dovremo pure sorbirci i ripiloni dei soliti moralisti che, esaurito l’argomento Genny ‘a Carogna, adesso possono far pace con il calcio. Che furbastri, Rakitic e Carriço: si sono guadagnati una popolarità impressionante, scommettiamo che la loro quotazione di mercato si impennerà nelle prossime settimane? In fondo questa sì che sarebbe la vera contestazione al calcio moderno: di ciò che fai in campo, non se ne frega nessuno. L’importante è capire il meccanismo e seguire la corrente per arrivare prima e meglio degli altri. Così va il mondo, ragazzi…

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Enrico Albertosi

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