Sicilia. Sbanca Renzi ma perde Crocetta. Tengono M5S e FI. Eletto Pogliese ex Fdg

renziEffetto Renzi anche in Sicilia. Nonostante l’astensione record – solo il 42%, infatti, degli aventi diritto si è recato alle urne (- 7% rispetto al 2009) – il Pd è primo nella regione con 33,61%. In termini assoluti, 573.134 siciliani danno fiducia al titolare di Palazzo Chigi. Conferme per il Movimento 5 Stelle, che si piazza secondo con il 26,30% (362.415). Tiene pure Forza Italia che raccoglie il 21,25% (448.539).

Supera lo sbarramento, grazie all’apporto determinante dell’elettorato isolano, il cartello di Alfano e Casini. Ncd-Udc raccolgono in tandem il 9,13% (155.717). Una conferma del legame del tutto speciale tra le terra di don Struzo e lo scudocrociato.

Sotto quota 4% la rinata Fdi-Alleanza Nazionale di Giorgia Meloni, che si ferma al 3,23% (55.162). Nonostante i numeri da prefisso telefonico, sorprende il dato della Lega Nord, che raccoglie lo 0,85%. Ovvero 14.648 preferenze su di un simbolo storicamente distante dalle ragioni del meridione. Complice di ciò Matteo Salvini, che nel collegio Italia insulare intercetta 10.086 preferenze personali. Dietro: Idv (0,65% -11.185); Green Italia di Fabio Granata (0,60% – 10.348); Scelta europea (0,58% – 10.014). Fanalino di coda: Io Cambio (0,17% – 2.918).

VITTORIA “FRATRICIDA” NEL PD

Se Renzi esulta, nell’apparato isolano si registra uno psicodramma tutto da decifrare. Degli otto seggi a disposizione tra Sicilia e Sardegna, 3 vanno al Pd. Conferma le attese il risultato di Renato Soru, già presidente della Regione sarda, primo con 182.753. Entra a Bruxelles anche Caterina Chinnici. Un nome simbolo. Il padre è Rocco, giudice ucciso dalla Mafia nel 1983. Nel cirruculum vanta anche la presenza nella squadra di governo di Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione, condannato in primo grado per concorso esterno. La sua candidatura è maturata a poche ore dalla presentazione delle lista. Una candidatura al di là delle correnti. Un’indipendente. Una vittoria che pesa come una beffa per tutto l’apparato. Fuori dai giochi quindi Michela Stancheris, segretaria prima e assessore poi del presidente Crocetta, ed espressione del Megafono; il cuperliano Giovanni Fiandaca; Giovanni Barbagallo, candidato di Giuseppe Lupo, e Marco Zambuto, sostenuto da Davide Faraone.

LA BEFFA TARGATA LEANZA

Ma non c’è due senza tre. La medaglia di bronzo democratica va a Michela Giuffrida, già direttore del Tg di Antenna Sicilia, la tv ammiraglia del gruppo Ciancio. Anche la sua è una candidatura indipendente. Ma in quota Articolo 4, il movimento fondato dall’ex stratega di Raffaele Lombardo, Lino Leanza. Quello di Leanza è un curriculum emblematico. Nasce Dc, approda nella neonata Forza Italia, entra poi nell’Udc. È vicepresidente di Salvatore Cuffaro, fonda l’Mpa. Finita la stagione autonomista al governo, torna nell’Udc. Viene eletto di nuovo all’Ars. Per lasciare poi lo scudocrociato dando vita una nuova sigla leale a Rosario Crocetta.

LA DESTRA SI AGGRAPPA A SALVO POGLIESE

Bene il Movimento cinque stelle che piazza in Europa Ignazio Corrao (70.942) e Giulia Moi (62.911). Due seggi anche a Forza Italia. Campione di preferenze è il vicepresidente Ars, cresciuto nel Fdg,Salvo Pogliese (61.186). Unico esponente della destra nazionale a portare il risultato a casa. Con lui vola a Bruxelles anche Salvatore Cicu (51.214). Fuori dai giochi Gianfanco Micciché (50.540). Ncd-Udc. L’ultimo biglietto a disposizione è per l’uscente Giovanni La Via, alfaniano vicino al sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. Con 56.446 preferenze, vince la concorrenza interna di Giovanni Pistorio (35.172), segretario regionale dell’Udc, partito che a differenza dell’Ncd sostiene il governo di Rosario Crocetta. 

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Fernando M. Adonia

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