Editoria. Linkiesta a rischio chiusura. Il direttore: “Oggi non è un progetto sostenibile”

linkiestaLinkiesta – uno degli esperimenti più innovativi dell’editoria on line – rischia di chiudere. «La mia direzione a Linkiesta finora è la storia di un insuccesso. Non fraintendetemi. Non intendo dire che non si stia facendo del buon giornalismo e non si stia provando ad innovare, i lettori ce lo riconoscono tutti i giorni. Dico che è la storia di un insuccesso perché ad oggi Linkiesta non è un progetto editoriale sostenibile. Per arrivarci servirà molta più radicalità nell’innovazione, nei formati, nei linguaggi, nella tecnologia, nella cultura, nell’organizzazione di chi fa il giornale tutti i giorni, nella lungimiranza degli azionisti e nella competenza degli amministratori». Così in un lungo articolo Marco Alfieri – direttore de Linkiesta – ha fatto il punto, con un’analisi lucida e spietata della situazione, sullo stato di salute del suo quotidiano online.

Una notizia che arriva proprio da un organo di informazione che è nato con forti aspettative in termini di formula editoriale (una public company formata da decine di azionisti che ne possiedono una piccola quota) e di scommessa sulle nuove frontiere dell’informazione. In mezzo, però, anche alcune vicissitudini che hanno visto il divorzio con l’ex direttore Jacopo Tondelli (si scontrano le versioni sull’accaduto, una delle quali vuole che tutto ciò sia arrivato da alcuni articoli critici verso Davide Serra, finanziere vicino a Matteo Renzi) e che hanno creato diversi malumori tra i lettori e gli abbonati al sito.

Resta, adesso, il punto sul domani. Come ha spiegato Alfieri al Fatto quotidiano questo ci sarà «se la società editrice troverà i fondi che le servono per non andare in liquidazione. Ha meno di un mese di tempo».

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