19 luglio. La fiaccolata dei “ragazzi di Paolo”: l’antimafia che non fa passerella

fiaccolata1Nell’ottobre del 1992, a pochi mesi dopo le stragi, gli studenti palermitani squarciarono il clima di paura in città e scesero in piazza per manifestare la loro rabbia contro la mafia. A guidare quei cortei furono gli studenti del Fronte della Gioventù che lanciarono quel motto divenuto la bandiera di un’intera generazione: “Meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino”. Quei cortei, partecipati da migliaia di studenti, spezzarono definitivamente quel consenso della gioventù nei confronti della mafia, proprio come auspicava Paolo Borsellino.

Negli anni successivi alle stragi Palermo sembrava avere già dimenticato il sacrificio di Borsellino. In particolare l’anniversario del 19 luglio era quasi ignorato dalla società civile, forse per la data estiva e la città semideserta. A parte qualche iniziativa istituzionale Via D’Amelio era disertata dai palermitani.

Per questo motivo nel 1996 i dirigenti ed i militanti palermitani del Fronte della Gioventù e del FUAN di Palermo (che in quei mesi confluirono nelle nuove organizzazioni Azione Giovani e Azione Universitaria) decisero di organizzare la prima Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino: da Piazza Vittorio Veneto fino in Via D’Amelio dove si svolse un momento di commemorazione. Un percorso mai mutato in tutti questi anni.

Se nei primi anni soltanto poche centinaia di persone partecipavano alla manifestazione con il tempo le cose cambiarono. Progressivamente sempre più cittadini hanno deciso di aderire alla Fiaccolata oggi divenuta la più grande mobilitazione antimafia, organizzata dal basso, in Sicilia. Migliaia di palermitani, siciliani e cittadini provenienti da altre città italiane, scelgono di partecipare alla Fiaccolata per lo “stile” di questa manifestazione.

A differenza di altre iniziative antimafia la Fiaccolata non è una passerella. Non ci sono comizi, non ci sono posti in prima fila per nessuno. Tutti partecipano spogliandosi del proprio ruolo nella società in una logica comunitaria. Alla manifestazione non ci sono bandiere partitiche. L’unica bandiera che sventola è il tricolore in testa al corteo seguito da un tappeto di fiaccole. Ogni associazione o movimento porta il proprio striscione per simboleggiare l’unità di diverse realtà nel nome di Borsellino. Uniti nel ricordo in silenzio. Questo silenzio, e la compostezza del corteo, sono un omaggio allo stile sobrio di Paolo Borsellino. Un silenzio che si rompe in Via D’Amelio solo dopo la deposizione del tricolore.

Alla Fiaccolata partecipano cittadini al di là della propria appartenenza politica. Grazie all’apporto del “Forum IX Luglio” oltre quaranta tra associazioni e movimenti aderiscono alla Fiaccola rendendola la manifestazione antimafia più unitaria e trasversale. Partecipano anche molti enti locali (i Comuni, le Provincie e la Regione Siciliana) e istituzioni quali l’Università degli Studi di Palermo e la Consulta Provinciale degli Studenti.

Ogni anno i promotori della Fiaccolata attualizzano il messaggio legalitario di Paolo Borsellino attraverso campagne dal forte impatto mediatico tra i cittadini. Tra queste ricordiamo quella contro la droga attraverso adesivi e manifesti con la scritta “Chi compra droga è complice della mafia”; la campagna contro l’abolizione dell’ergastolo con i provocatori manifesti “Arrivano i saldi ma non ai mafiosi – abolire l´ergastolo è un crimine”; le battaglie per la questione morale in politica in particolare riguardo ai casi Cuffaro e Dell’Utri; i manifesti coraggiosi che inneggiavano all’arresto dei boss Nicchi e Raccuglia ed esortavano le autorità a mettere le manette ai criminali ancora in libertà; la lotta contro tutti i racket; la campagna contro Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, ““Tale padre, tale figlio”; la battaglia per far luce sulla trattativa Stato-mafia e la strage di Via D’Amelio.

Se dal 1996 la Fiaccolata per Borsellino continua a crescere è grazie principalmente alla tenacia di tante ragazze e ragazzi che ogni anno realizzano questo “piccolo miracolo”. Tutto questo avviene perché credono negli stessi ideali di Paolo Borsellino. E finché saranno fedeli a quegli ideali le fiaccole del 19 luglio non si spegneranno mai. Per mille anni ancora…(da fiaccolata.it)

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