Tv. La nuova versione di Voyager non convince: troppo poco mistero

voyagerIl palinsesto di Rai 2 propone in questo periodo la nuova serie di Voyager il programma condotto e scritto da Roberto Giacobbo in onda il lunedì in prima serata e ormai giunto alla 24° stagione.

Un successo senza precedenti in Italia per un programma dedicato al mistero in tutte le sue declinazioni. Le tematiche affrontate fin dal 2003 (anno della sua creazione)sono note: ufologia, archeologia del mistero, sovrannaturale, teorie scientifiche eterodosse ecc. Insomma, come a dire da Indiana Jones a E.T. , passando per le rovine sommerse di Atlantide e i tesori perduti dei templari. In questa nuova serie, tre appuntamenti per altrettante città teatro di misteri e storie straordinarie: Rio de Janeiro, Venezia e Roma.

La puntata del 7 luglio ha così presentato i misteri della capitale carioca: tra riti vudù, indios che abbandonata la foresta hanno scelto il caos d’una metropoli, una visita al mitico Maracanã, la dura realtà delle favelas, e il fenomeno dilagante dei bambini predicatori. Il 14 luglio s’è parlato della Serenissima, con un Giacobbo nelle vesti d’inviato a ripercorrere le gesta del fascinoso Casanova, e ancora il leggendario Ponte dei Sospiri, e l’ennesimo tesoro nascosto dai templari. La serata del 21 con protagonista la città eterna ha investigato sul Colosseo, alcune catacombe e tunnel sotterranei, il Quirinale e altri edifici e monumenti romani.

Che dire allora di questa nuova versione di Voyager con un’inedita vocazione turistica? Beh, forse sarà un fatto di proporzioni fra i vari ingredienti, ma il programma nell’insieme ci pare un po’ sbilanciato verso contenuti come curiosità architettoniche, costume, arte e storia; mentre lo spazio dedicato al mistero propriamente detto appare ridotto. Che c’è di male? Nulla, non si fa mai abbastanza per valorizzare il patrimonio artistico e storico nazionale, come pure quello di altri paesi. Ma in questa nuova veste il format di Rai 2 ne risulta in parte snaturato nella sua formula originaria e originale. Certo, anche in passato ha conosciuto varie mutazioni genetiche, volte soprattutto a renderlo appetibile al maggior numero possibile di telespettatori. Infatti, dalle prime stagioni tutte alieni, mostri e sette segrete, si è virato progressivamente verso tematiche più edulcorate in linea coi gusti del grande pubblico e meno con quelli degli appassionati del fantastico e dell’occulto.

Una necessità imposta dal mercato televisivo dunque. Tuttavia, il taglio di questa nuova serie, nonostante l’indubbio fascino delle ambientazioni, non ci convince. Dove sono finiti i vari John Titor, le teorie complottistiche, la fine del mondo paventata ad ogni episodio, i Maya dispensatori di iatture cosmiche all’insegna d’un millenarismo oltranzista, le piramidi edificate da architetti marziani, l’Uomo Falena e il mitico chupacabras?

Ma così va il mondo: Voyager non è più la trasmissione sensazionalistica del tempo che fu, è divenuto un programma serioso, quasi ortodosso, ma proprio per questo meno intrigante.

E proprio in virtù di ciò, lanciamo forte il grido: ridateci i marziani!

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Max Gobbo

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