ColpiDiMercato. Evra alla Juve: esordì in Italia da talento-fantasma. Si riscatterà?

evra.juventusLa Torino bianconera, si sa, ha un debole per i francesi. Uno degli ultimi colpi di mercato del ds Marotta è Patrice Evra, classe ’81. Il difensore tanto amato da Sir Alex Ferguson al punto da considerarlo uno dei migliori terzini in Europa, ha fatto ritorno in Italia. Sì perché il francese, nato in Senegal, inizia la sua carriera da professionista nel bel paese. Tagliato dalle giovanili del PSG, fa ritorno a Brétigny e convinto da un amico, partecipa a un torneo di calcio a 5 organizzato dal centro sportivo di Juvisy-sur-Orge. Un osservatore italiano lo nota e gli propone un provino nel Torino. Il giovanissimo Patrice accetta e ottiene un posto nella primavera.

Subito dopo, siamo nel ’98, è una piccola squadra siciliana, appena approdata in C1, a notarlo. E’ il Marsala di Agatino Cuttone. Così il terzino, che in quella stagione verrà utilizzato anche come ala sinistra, firma il suo primo contratto professionistico a soli 17 anni. Si mette in mostra per le doti tecniche, rivelando ampi margini di miglioramento e arrivando a segnare 3 reti. Ma la società siciliana non naviga in buone acque e per battere cassa bisogna vendere. E chi se non Evra? E allora via al Monza in serie B: 3 presenze e 26 minuti giocati. Niente da fare, bisogna andar via dall’Italia. Volo per la Francia prenotato. Destinazione Nizza. Stagione 2000/01. Si ma anche qui poche presenze, solo 5. Il resto della stagione lo passa, da centrocampista, con le riserve militanti nel quarto livello del campionato francese. L’anno seguente però è parte integrante della prima squadra, giocando molte partite come terzino. Ruolo che decisamente non ama. Il Nizza arriva terzo e conquista la promozione alla massima serie.

Nel 2002 Deschamps lo chiama al Monaco. Qui le cose vanno decisamente meglio. Il primo anno arriva la vittoria de la Coupe de la Ligue, la stagione seguente debutta in Champions e disputa tutte e 13 le gare del trofeo che lo conducono in finale. Contro il Porto, a soli 23 anni potrebbe realizzare il sogno di tutti, alzare la coppa dalle grandi orecchie. Niente da fare però, la spunta lo “Special-one”.

Allora via, a Gennaio 2006 si parte per la Premier. Si vola a Manchester, sponda United. L’esperienza inglese gli regala 5 campionati, 2 coppe di lega, 1 Champions League, 1 Coppa del Mondo per club, per un totale di 379 presenze 10 gol e 40 assist. Poi nel 2011 gli insulti razzisti del cannibale Suarez, che costarono una squalifica di otto giornate all’uruguaiano.

Proprio la questione razziale è il tema di una delle prime domande che gli rivolgono i giornalisti italiani durante la conferenza stampa di presentazione del giocatore al club juventino.

Ora Evra è tornato in Italia, il paese che ha voglia di ringraziare per l’opportunità offertagli a 17 anni, ma che comunque ha la colpa di avere ignorato per tanti anni un grande talento. Come lui stesso afferma questa scelta non vuol essere una mera rivincita. Torna con tantissima esperienza in più, non più giovanissimo, ma con una tremenda voglia di vincere e fare bene. Soprattutto in Champions (sogno risaputo dei bianconeri), lui che ha disputato ben quattro volte la finale vincendone una. Una fame che avrebbe fatto piacere a mister Conte, primo a contattarlo, ma che sicuramente non dispiacerà al neo allenatore Allegri.

 

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Nicola Carosielli

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