Esteri. Fondi avvoltoio: l’Argentina difende la sovranità e trascina gli Usa alla corte de L’Aja

L’Argentina non intende arrendersi ai fondi avvoltoio e sfida gli Stati Uniti per difendere la sua sovranità. La presidentessa Christina Kirchner annuncia un ricorso davanti alla corte internazionale di giustizia: Buenos Aires sfida l’autocrazia dei giudici Usa che hanno deliberato il fallimento dello Stato sudamericano. Se l’Argentina dovrà subire il secondo default della sua storia recente, lo decideranno i giudici dell’Aja cui la Kirchner ha deciso di rivolgersi dopo la sentenza Usa a favore dei fondi “buitre” che hanno lamentato l’insolvenza di Buenos Aires.

La decisione è stata comunicata in un lungo annuncio che espone le ragioni dell’Argentina contro le scelte degli Stati Uniti. Quegli stessi Usa che la Kirchner, con una buona dose di disprezzo, chiama Stati Uniti del Nord America. A sottolineare l’enorme distanza non solo economica, sociale e politica, ma anche – o forse soprattutto – culturale.

«La responsabilità internazionale degli Stati uniti per le violazioni sulle leggi relative le obbligazioni è sorta per causa, principalmente, di uno dei suoi organi, il potere giudiziario, attraverso l’adozione di decisioni che minano la sovranità della Repubblica argentina».

Si tratta dell’ultima mossa di Buenos Aires dopo la lettera che cento economisti argentini hanno inviato al Congresso degli Stati Uniti per indurre Obama a ritrattare la sentenza della magistratura americana. «Si tratta di un inutile danno economico al sistema finanziario mondiale».

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