Politica. La devozione della Lega per la Fallaci? Figlia di miopia occidentalista

fallaciOtto anni fa se ne andava Oriana Fallaci, giusto il 15 settembre del 2006. E proprio in questi giorni le citazioni tratte dai suoi libri e della sue interviste fanno da unico contraltare italiano alle macabre immagini delle decapitazioni perpetrate dall’Isis. Ieri, Matteo Salvini, politico sensibile agli umori del proprio popolo, ha chiesto a tutti i sindaci della Lega di intitolare una strada del proprio comune alla giornalista e Cassandra “anti-musulmana”.

Sia chiaro, analizzare tutto questo partendo dall’usurato schema bipolare, per parte nostra, risulta esercizio ripetitivo e perdente. In politica lo schema amico-nemico, infatti, porta necessariamente a semplificazioni che, in un contesto di scarsa autonomia e forza, si rivelano tanto stupide quanto necessarie: Islam male – Usa bene, sinistra male – destra bene, Vattimo male – Ferrara bene. Sono categorie necessarie dalle quali è vietato liberarsi, un po’ come il Fiscal compact e il vincolo di bilancio in costituzione.

Si sa dove sta la verità, ma non si ha la forza di affermarla. Fa bene dunque Salvini a fare il suo lavoro, cercando di tenere assieme la metallica forma spartana nord-coreana da poco visitata e la commozione anti-giacobina del cristiano di Brembate.

Noi, che con Barbadillo.it abbiamo scelto di andare controvento, siamo tenuti a sottolineare due puntualizzazioni, per puro gusto di polemica.

La prima: è stata la confusione occidentalista a destabilizzare tutte le realtà arabe di tradizione socialista e laica, alleandosi e foraggiando di continuo un Islam non solo fondamentalista, ma soprattutto, staccato da qualsivoglia esigenza di governo regionale e di Realpolitik.

La seconda: è stata la scellerata politica sull’immigrazione e sui flussi dell’Occidente a creare i mostri senza identità di seconda e terza generazione, che oggi lasciano l’Europa per sgozzare con piacere chi, decenni prima, li ha accolti, cresciuti nei diritti, vezzeggiati e coccolati nelle cristianissime urne elettorali, nei durissimi dibattiti televisivi fra conservatori e progressisti.

Ecco, a quasi dieci anni dalla morte della Fallaci, sta tutta qui la verità che non si può dire, perché troppo, tanto cacofonica: Oriana Fallaci era una donna di sinistra, poi passata a destra per continuare ad inseguire quel sogno di progresso dal quale l’Occidente non vuol sentir ragioni di svegliarsi. Nonostante tutto.

Vanno così ripetendosi negli anni le stesse guerre, gli stessi nemici, e le stesse false rappresentazioni teoriche di un dibattito politico che non esiste se non nel magico mondo delle élite progressiste di destra e di sinistra, nate, cresciute e morte con il mito di New York quale capitale mondiale del diritto civile universale.

Ecco, l’esercizio intellettuale di smarcarci dai luoghi comuni lo abbiamo anche oggi terminato; con l’auspicio che, prima o poi, il cristiano di Brembate – alias Salvini – sappia darsi una nordica svegliata, anche coreana, scegliendo toponomastica più netta, più chiara, più identitaria, finalmente meno confusa.

@barbadilloit

Giacomo Petrella

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