Calcio. La nazionale azzurra (ri)chiama l’italiano d’Inghilterra Pellè

PellèLa ruota gira e gira per tutti. Ma se proprio non dovesse girare, rimboccati le maniche e inizia a spingerla da solo. A suon di gol preferibilmente. Graziano Pellè docet, neo convocato nella nazionale azzurra di Antonio Conte.
Si proprio lui, l’uomo che spacca in due i grandi gruppi di teorici del calcio. Perché se in Italia non ha dimostrato il suo valore, a Rotterdam lo conoscono tutti. Un vero e proprio idolo. Maestro di stile con un seguito di bambini che esigono il ‘taglio alla Pellè’. 50 gol in 57 presenze in Eredivisie saranno pur serviti a qualcosa. Ma questo non basta e Graziano da Rotterdam si reca in Inghilterra per riscrivere il suo ‘Elogio della follia’, con dedica (e occhiolino) a chi continua a dire che non è fatto per il calcio che conta. Il primo capitolo si chiude col quarto gol in sei partite, che garantisce ai ‘santi’ del Southampton un secondo posto che odora di Paradiso. Una rovesciata che ricorda quella di Fuga per la vittoria, prodezza firmata… Pelè.
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Secondo capitolo ancora incompleto. Solo un prologo che inizia con un conterraneo dagli occhi di ghiaccio che sembra disposto a credere nell’ex Lecce. Una nazionale rinnovata che ha bisogno di “fame, non di fama”. Un’Italia non del tutto convinta. Tanti punti di sospensione. Tanti interrogativi. Diamo la precedenza ad uno.
E se Pellè segnasse anche in maglia azzurra? Tutti giù per terra.

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Nicola Carosielli

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