Libri. “Anime nere” di Griner: nuovo viaggio nel mondo oscuro degli anni settanta

GRINER copertina anime nere

Massimiliano Griner, già biografo di Stefano Delle Chiaie con il volume “L’aquila e il condor”, torna in libreria con un nuovo saggio, “Anime nere”  sui misteri dell’Italia degli anni settanta. Ecco l’introduzione dell’autore.

Le stragi e la violenza generata dalla estrema destra negli anni Settanta sono il buco nero della Repubblica. Un buco nero che ha attratto e risucchiato al suo interno la luce di questo paese, una foiba in cui sono sprofondati i tentativi di creare una democrazia compiuta. Non è un caso, ma un punto fermo, che il decennio in cui la violenza politica ha toccato il suo apice, ha coinciso con gli anni in cui il Paese ha tentato il maggior cambiamento sul fronte politico, alla ricerca di maggior democrazia, pluralismo, legalità e diritti.

La vastità della materia, e il numero dei personaggi in scena –  le anime nere del titolo –, è tale che affrontarla nel suo insieme sarebbe stato impossibile. Ho dovuto compiere alcune scelte, confidando che il risultato avrebbe comunque rappresentato l’insieme, e fatto luce su almeno le angolature più importanti del problema.

Di grande rilievo in questo scenario di democrazia bloccata e di revanscistica ricerca di una ridefinizione in senso regressivo del paese, è stata la protezione di cui hanno goduto pericolosi estremisti di destra, come Gianni Nardi – di cui si valuta anche la candidatura in un organismo segreto come Gladio –, e Giancarlo Esposti: in previsione di un loro impiego in operazioni segrete, anche all’estero, o più semplicemente di spenderli, al momento opportuno, come validi capri espiatori.

Altro punto cruciale, la tentazione del colpo di stato, che attraversa tutta la prima metà degli anni Settanta, a prova che le nostre classi dirigenti, o una parte significativa di esse, non hanno mai realmente introiettato l’idea che l’Italia è una Repubblica parlamentare. Qui esamino il golpe dell’Immacolata, rivisitato attraverso la testimonianza di una delle ultime pedine, un uomo della Forestale che finalmente decide di raccontare quella notte. Testimonianza apparentemente umile, ma rivelativa, e che vale a monito: sotto lo scacco del potere, siamo tutti pedine insignificanti.

E ancora: l’incoraggiamento, e l’appoggio materiale, ricevuto da  potenti e attrezzati gruppi eversivi, come il Movimento di Azione Rivoluzionaria, dell’ex partigiano Carlo Fumagalli, e la degenerazione, su scala locale, di organismi preposti alla difesa nazionale, come Gladio.

Della strage di Peteano propongo in queste pagine una versione inedita, basata non più su una ipotesi giudiziaria, ma sulle carte e le testimonianze che sono nel frattempo emerse, e che suggeriscono uno scenario molto diverso da quello consolidato, e assai più inquietante.

Anche la strage dell’Italicus, punto apicale di un attacco insidioso al sistema di trasporto all’epoca più popolare, il treno, viene riletta in una chiave inedita. Quella che ci porta in una vicenda terribile e sconcertante, e che rimane tutt’ora, in parte, nell’ombra: l’assegnazione di una sorta di “patente di corsa”, altrimenti non saprei definirla, a squadre speciali parastatali, che hanno operato nel cono d’ombra di alte protezioni e complicità istituzionali. La loro esistenza è desumibile proprio dalla strage del treno, e in alcuni casi, come in quello dell’Anello, anche parzialmente documentata.[1]

In questo scenario fosco i servizi segreti ufficiali sembrano rivestire il ruolo, più che di protagonisti, di ambienti di compensazione, di cuscinetti destinati ad assorbire le conseguenze di atti perpetrati da strutture ancora più segrete, e certo non ufficiali.

Ho poi esplorato alcuni misteri, che altro non sono che la conseguenza collaterale di cose che non dovremmo sapere, e che probabilmente non sapremo mai: la morte oscura di Armando Calzolari, uomo del Fronte Nazionale, o l’assassinio mascherato da suicidio di Antonino Aliotti, militante di Avanguardia Nazionale coinvolto in un mai chiarito traffico d’armi. Per poi entrare in uno dei casi più complessi e affascinanti, quello del sedicente anarchico Gianfranco Bertoli, autore della strage alla Questura di Milano.

Il libro che tenete tra le mani è stato il tentativo di entrare in questo mondo oscuro, e tornare con un po’ di luce. A voi il giudizio se questo obiettivo sia stato raggiunto.

* “Anime nere” di Massimiliano Griner, Sperling&Kupfer, euro 18

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Massimiliano Griner

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