Esteri. Shinzo Abe vince le elezioni e rilancia le sue ricette economiche

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Vittoria secca per la coalizione di Shinzo Abe alle elezioni giapponesi del 14 dicembre 2014. Il partito liberaldemocratico ed il suo principale alleato, il Komeito, si aggiudicano complessivamente 326 seggi su 475 alla Camera Bassa. Ora Abe controlla oltre i due terzi del Parlamento, mentre il principale partito di opposizione, il Dpj, si ferma a 73 seggi ed il suo leader, Banri Kaieda, criticato all’interno per scarso carisma, addirittura resta fuori. Raddoppiano i comunisti, che salgono a quota 21 seggi. E pensare che, alla notizia delle elezioni anticipate, vi era stato chi aveva parlato di un espediente per limitare i danni e perdere solo una manciata di parlamentari. A chi obietta che l’affluenza è stata comunque molto bassa (circa il 53 %), altri controbattono che questo è il segnale che anche gli scontenti di Abe hanno preferito stare a casa piuttosto che votare per la sua catastrofica opposizione.

Il premier canta vittoria: “Abbiamo sentito la voce del popolo dire: “Avanti con l’Abenomics”. E già il 17 dicembre, solo tre giorni dopo la sua riconferma, ha lanciato una nuova offensiva. Incontrando Sadayuki Sakakibara, leader della Keidanren (la Confindustria giapponese), assieme ad una platea di imprenditori e leader sindacali, ha spronato le imprese giapponesi ad una aumento dei salari, individuando nella stagnazione di questi ultimi il principale ostacolo alla riuscita della sua Abenomics. Il premier punta ad ottenere un incentivo dei consumi che passi per un aumento del potere d’acquisto delle famiglie giapponesi.

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Paolo Maria Filipazzi

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