Esteri. Pegida, patrioti tedeschi anti islam che spaventano la Merkel

Manifesto dell’evento del 5 gennaio prossimo, pubblicato sulla fan page di Facebook di Pegida

Più che ad Adolf Hitler, Pegida sembra rapportarsi a Oriana Fallaci e alla sua difesa delle radici giudaico-cristiane dell’Europa” scrive Marzio Brusini in un articolo pubblicato il 30 dicembre scorso da HuffPost e dedicato al fenomeno politico Pegida. Parole che buttano acqua sul fuoco delle polemiche innescate, in Germania, dai detrattori che tacciano il movimento di essere filo nazista.

Patrioti – Pegida è acronimo di Patriotische Europaer Gegen die Islamisierung des Abendlandes, ovvero Patrioti contro l’islamizzazione dell’Occidente. E già ci sarebbe ben poco da aggiungere quanto ai contenuti: sovranità, politiche sociali destinate prima ai tedeschi poi agli immigrati, controllo dei flussi migratori, riscoperta dell’identità tedesca sono i cavalli di battaglia di un movimento nato sui socials a ottobre e di cui oggi parla anche la Merkel. E non ne parla bene: “Nei loro cuori albergano troppo spesso i pregiudizi, la freddezza, sì, addirittura l’odio” aveva sentenziato qualche giorno fa il Cancelliere tedesco, ricordando come la Germania non sia un paese ostile agli stranieri anzi, sensibile al tema dell’immigrazione e dell’accoglienza.

“Noi, il popolo”. Di essere accostati al nazismo o in generale ad realtà della destra estrema i militanti di Pegida proprio non vogliono saperne. Sulla fan page di Facebook (oltre 100 mila likes), i manifesti parlano chiaro: nel cestino le ideologie del XX Secolo (anche l’antifascismo, notare il simbolo con le bandierine rossa e nera, nda) e una sola voce “Wir sind das Volk! – Noi siamo il popolo”, a ricordare l’animo popolare e movimentista dell’organizzazione.

Pensionati e disoccupati. Fondata lo scorso ottobre dal piccolo imprenditore di Dresda Lutz Bachmann e passata in poco tempo da 500 a 20 mila attivisti, Pegida fa breccia tra gli strati più vulnerabili della società: pensionati, disoccupati, artigiani e commercianti che, alle conseguenze della crisi, devono aggiungere la difficile convivenza con i circa 15 milioni di immigrati che vivono in Germania (dati dal sito:  tatsachen-ueber-deutschland.de).

Non nazisti, ma… – “Prima i tedeschi!” Grida Pegida. Come noto, la Germania non ospita solo minoranze arabe e nordafricane: migliaia sono i cittadini UE (molti dei quali italiani) che vivono nei maggiori centri tedeschi, senza contare gli europei dell’Est e gli asiatici. Pegida è una forza di popolo, d’accordo,  non ha che fare con Hitler né con la Stasi, è anti ideologica e mossa solo da sfiducia verso Berlino, verso l’UE e anti islamista.  Ma non dimentichiamo che per discriminare non serve un’ideologia da sbandierare, basta un minimo di conoscenza in meno della quotidianità nella quale si vive, si lavora e si fa politica. E se un settimanale (di matrice progressista) come Der Spiegel si pone pochi problemi a descrivere gli italiani quali popolo di mangia spaghetti e di mafiosi, non osiamo immaginare quanto possa occorrere ad un movimento “di popolo” nato su internet a far confusione tra un clandestino ed un cittadino comunitario che vive e lavora in regola in Germania.

Ma non mettiamo il carro davanti ai buoi: tre mesi e mezzo sono pochi per giudicare, nel bene o nel male. E solo al tempo spetta l’ultima parola.

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