Esteri. Pegada, movimento tedesco contro l’americanizzazione dei costumi europei

americanizzazione
(fotografia dell’opera del 1937 di Margaret Bourke-White, esposta al Museum of fine Arts di Boston col titolo “American Way of Life”)

Sono molti i fatti degni di nota che avvengono oltre i nostri confini e sono spesso ignorati dai media italiani. Tra questi si può senz’altro inserire la nascita del movimento tedesco Pegada. L’acronimo, che in tedesco sta per “Patrioti europei contro l’americanizzazione dell’Occidente”, fa il verso a quel movimento Pegida autore di spettacolari proteste contro l’islamizzazione della Germania e finito nei guai per una foto in cui il suo fondatore, Lutz Bachmann, faceva il verso ad Adolf Hitler.

Se però le proteste anti Islam, per quanto spettacolari, non sono una vera novità, nel caso di Pegada siamo di fronte a un fenomeno completamente diverso.

Le idee di Pegada

Nato da un gruppo di sostenitori locali di Pegida, il movimento è partito con una grande manifestazione di un migliaio di persone in piazza a Erfurt il 24 gennaio e in pochi giorni ha già raccolto oltre 20mila contatti su Facebook. Al centro delle proteste l’”americanizzazione” della Germania non solo sotto il profilo culturale e linguistico, ma anche socioeconomico, con slogan indirizzati contro il Governo Merkel, colpevole di portare avanti il processo di sottoscrizione del trattato transatlantico di libero scambio (TTIP) e del trattato transatlantico sui servizi (TISA): provvedimenti che prevedono privatizzazioni massicce e grossi vantaggi giuridici per le multinazionali a stelle e strisce insediate sul vecchio continente.

Ed è questa la grande novità: una critica a tutto tondo dell’imposizione “coloniale” di una cultura, quella angloamericana, incompatibile con quella europea. Una cultura, quella d’oltreoceano, caratterizzata in campo socioculturale da multiculturalismo e liberalismo accentuati, conditi in campo economico da massicce dosi di liberismo. Tensioni queste che mal si sposano con una tradizione europea tendenzialmente caratterizzata da una forte identità costruita nei secoli e da un modello di economia sociale di mercato, in cui la solidarietà, retaggio della tradizione cristiana, ha avuto un suo peso nel determinare le strutture di welfare.

Ecco che allora, proprio perché emerso in Germania, terra in cui l’affermazione dell’identità soffre sempre una sorta di sindrome del “peccato originale”, come se l’identità fosse una colpa da espiare a priori, un movimento come Pegada è significativo anche alla luce del mutato contesto geopolitico. Un contesto che vede l’Europa evidentemente sempre più tentata (a livello di popolo, più che di élite) a volgersi verso la propria identità, piuttosto che verso il tradizionale alleato d’oltreoceano. Un alleato che, dopo aver imposto le proprie basi militari, ha iniziato a imporre i propri costumi.

@barbadilloit

Cristiano Puglisi

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