ItalRugby. Azzurri contro l’Inghilterra a Twickenham, la Fortezza Bastiani dell’Impero

6nazioni2013_inghilterra-italia_2013Quella contro l’Inghilterra per gli Azzurri del rugby sarà una sfida pressoché dall’esito (in negativo) scontato, anche se comunque i miracoli possono sempre esistere. La palla è rotonda, siamo abituati a sentir dire nel calcio, ma in questo caso è ovale.

Twickenham è il Tempio mondiale del rugby, si viene accolti dal monumento dove tozzi giocatori in bronzo si contendono una palla in touche, ogni volta si avvertono gli odori della festa: salsicce, hamburger, cipolla, senape e ketchup. Poi il protocollo: il vecchio inno, Jerusalem, parla di Chariots of Fire, carri di fuoco.

Tutto questo è Twickenham, la Fortezza Bastiani dell’Impero che non c’è più ma che per gli 82.000 cantori e intenditori continua a vivere specchiandosi nelle stelle bianche con la croce rossa di San Giorgio: le Coldstream Guards in cappotto grigio e piumetta rossa sul colbacco d’orso, i militari di tutte le armi che portano gli stendardi e una maglia large con un’infinità di X davanti, i bambini di un’infinità di club che hanno aderito alla Rugby Force (c’è sempre uno spirito bellico in tutte le loro espressioni), la soprano cancellata dai tifosi che cantano God Save the Queen in un rombo che cancella anche i motori dell’ultimo aereo decollato da Heathrow e destinato a sorvolare lo stadio.

Nessun cambio negli inglesi, che scenderanno in campo per la seconda giornata del torneo Sei Nazioni “gasati” nel rispedire a casa l’Italia: il Ct Stuart Lancaster ha confermato i 15 che hanno battuto il Galles una settimana fa.

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Sabato scorso all’Olimpico di Roma non abbiamo visto la vera Italia. Anche il Ct Brunel ha riguardato il video della partita più volte e poi ha portato sul campo la situazione vista e le correzioni da fare. “E ci siamo resi conto che contro l’Irlanda si è subito inceppato il sincronismo della squadra, e questo ha dato pressione ulteriore impedendo di riorganizzarsi. A Twickenham sarà un’altra partita, più fisica, una vera battaglia. Ci siamo preparati a questo e a mettere pressione a loro quando avremo il pallone in mano. A essere più offensivi nelle nostre scelte”, ha annunciato Mauro Bergamasco 36 anni, flanker azzurro che a Twickenham collezionerà 101 presenze azzurre.

Due anni fa, nell’ultima trasferta di ItalRugby a Londra, solo sei calci piazzati di Toby Flood avevano assicurato la vittoria agli inglesi (18-11), incapaci quel pomeriggio di segnare una sola mèta. Ma, dall’alto di 20 vittorie in altrettanti incontri, l’Inghilterra – appena tornata sul terzo gradino del ranking mondiale – resta strafavorita, con i bookies che quotano la sua vittoria 1/100.

Twickenham ci ha però regalato una gioia immensa quando una giuria di giornalisti inglesi aveva votato Massimo Giovanelli “most representative player of the year“. Nel 2001, esattamente il 17 settembre, il suo nome è stato scritto nel Twickenham Wall of Fame: primo italiano di sempre. Si tratta di placche inserite sulle pareti del World Rugby Museum di Twickenham e serve ad onorare i miti e le leggende del rugby che hanno calcato l’erba dello stadio londinese. Caratteristica essenziale per fare parte del muro, è che ogni atleta deve avere avuto un impatto notevole in questo Tempio del Rugby.

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