Scintill&Digitali. “Se tenete a una foto, stampatela”

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Vint Cerf

Potremmo definirlo l’allarme del millennio, quello lanciato da Vint Cerf, inventore del protocollo TCP/IP, su cui viaggia internet, oggi vice presidente di Google. Cerf mette in guardia sul futuro delle informazioni che oggi sono salvate solo digitalmente. Questo porterà ad un momento in cui i dati di questi decenni iper digitalizzati potrebbero non essere più accessibile, per i cambi di tecnologie o, diciamo noi, per una crisi energetica o l’usura dei supporti.
Secondo Cerf, che ha parlato all’American Association for the Advancement of Science, il rischio è che il 21° secolo sia per il futuro un nuovo Medioevo, un’età inaccessibile, con poche informazioni disponibili. Non solo le informazioni di svago, ma anche le informazioni ufficiali, con valore legale, che servono a regolare i rapporti con le persone. Se fra 1000 anni, come probabile, le varie multinazionali che si occupano di salvare i nostri dati non esistessero più, che traccia rimarrebbe di noi? “Noi digitalizziamo le informazioni per farle durare nel tempo, ma non capiamo che nonostante le precauzioni, queste versioni digitali non sono per nulla meglio, anzi potrebbero risultare peggiori di ciò che viene digitalizzato”. Per questo, invita Cerf, “se davvero tenete a una foto, stampatela”
Contestualmente l’uomo forte di Google, propone un sistema, che chiama Digital Vellum, “un sistema capace di conservare il significato degli oggetti digitali che creiamo, lungo secoli e millenni. Non vuol dire conservare i bit, ma conservare il significato, come la Stele di Rosetta”, che, lo ricordiamo, è stato il reperto che ha permesso di decifrare i geroglifici dell’Antico Egitto.
Al momento infatti le aziende e i singoli individui hanno come unico modo per preservare le informazioni dall’usura e dai danni esterni, la costosa produzione di copie di backup periodiche. Ricordiamo che un Hard Disk ha una vita di qualche decennio, così come un CD, poi avviene la smagnetizzazione. Paradossalmente, i nostri figli potranno ascoltare i vinili dei nostri nonni, ma non i nostri CD. Il problema è anche legato alla natura del supporto. Quanti di noi hanno in casa molte VHS, ma non il videoregistratore per leggerle? E i floppy disk chi se li ricorda?
In definitiva, al momento l’unico supporto che può ancora garantire di sopravvivere al tempo è la cara vecchia carta. Per questo, se un articolo di Barbadillo vi interessa, stampatelo e archiviatelo.

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Francesco Filipazzi

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