Chiesa. Abusi sessuali, O’Brian non è più cardinale. Francesco: “Rinnovamento”

preti-gay-panoramaNon succedeva dal 1927. Tolta la porpora al cardinale Patrick O’Brian, vescovo scozzese coinvolto in uno scandalo riguardante abusi sessuali su seminaristi e da lui stesso ammessi. Insomma, non è più principe della Chiesa. La notizia è stata diffusa da Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio e già segretario di Stato di papa Giovanni Paolo II. La versione ufficiale è che «il Santo Padre ha accettato la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato presentata al termine di un lungo itinerario di preghiera, da Sua Eminenza il signor Cardinale Keith Michael Patrick O’Brien, arcivescovo emerito di Saint Andrews and Edinburgh». Per gli osservatori si tratterebbe invece una richiesta sollecitata dallo stesso pontefice. Ipotesi confermata ma solo in filigrana dalla sala stampa vaticana: «Con questo provvedimento, Sua Santità manifesta a tutti fedeli della Chiesa in Scozia la sua sollecitudine pastorale e li incoraggia a continuare con fiducia il cammino di rinnovamento e di riconciliazione».

Per il quotidiano Repubblica continua in Vaticano la linea della «tolleranza zero» inaugurata da papa Ratzinger e proseguita dell’attuale vescovo di Roma. Intanto, Patrick O’Brian resta tuttavia vescovo. Il carattere sacro dell’ordinazione episcopale, come di quella presbiteriale, è infatti indelebile. Già nel 2013, le pesanti accuse su di lui lo hanno portato a rinunciare al conclave che ha poi eletto Mario Bergoglio al soglio pontificio.

Il precedente.  Si ricorda un solo caso analogo nella recente storia della Chiesa, quello del gesuita francese Louis Billot. Creato cardinale da Papa Pio X nel 1911, a causa sostegno all’Action Francaise entrò in rotta di collisione con Pio XI, che nel 1927 lo privò della dignità cardinalizia, dello zucchetto rosso e dell’anello.  Andò diversamente ad Hans Hermann Groer, benedettino austriaco, arcivescovo di Vienna dal 1986, creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 1988. Nell’aprile del 1995 fu costretto a lasciare la guida dell’arcidiocesi in seguito a gravi accuse di pedofilia che egli tuttavia respinse su tutta la linea.

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Fernando Massimo Adonia

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