Il caso. Manif pour tout si trasforma in partito politico a difesa della Francia profonda

Due manifestanti di Manif in piazza a Parigi
Due manifestanti di Manif in piazza a Parigi

La Manif pour tous si è trasformato da movimento culturale di popolo in un partito politico. “Il movimento spontaneo, eterogeneo e aconfessionale – scrive Mauro Zanon su Il Foglio – nato nel 2013 in opposizione alla legge Taubira sui matrimoni e le adozioni per coppie omosessuali, ha aggiornato il suo status giuridico in relazione alla propria attività di militanza, come indicato dalla Gazzetta Ufficiale dello scorso 24 aprile. “Avremmo dovuto farlo da molto tempo”, ha detto la presidente della Manif pour tous, Ludovine de la Rochère: “La Manif pour tous è ora riconosciuta per il suo ruolo politico”.

Il nuovo soggetto politico punta a dare rappresentanza a “quei milioni di francesi che si sono riversati nei boulevard di Parigi per protestare contro la rivoluzione arcobaleno imposta dal governo socialista, anche se per il momento, assicurano dai piani alti, si tratta puramente di una “decisione tecnica”. “Rimaniamo un’associazione legge 1901 (un’associazione senza scopo di lucro, ndr), ma con la qualità di un partito politico”, ha spiegato Albéric Dumont, vicepresidente della Mpt. “Siamo sempre più presenti sul terreno politico e dunque facciamo evolvere il nostro status, per essere trasparenti al cospetto dei nostri aderenti e dell’amministrazione”, ha aggiunto Dumont”.

L’influenza culturale sulle destre francesi

Manifs pour tout punta a sostenere a livello locale, come avvenuto con le municipali del 2014 e le recenti elezioni dipartimentali, anche nelle prossime regionali candidati “Lmpt-compatibili”, in linea con la carta dei valori del movimento in linea con la difesa dei capisaldi della Francia profonda: difesa della famiglia, lotta all’ideologia del genere, opposizione alla legge Taubirà sui matrimoni gay, contrasto all’introduzione dell’utero in affitto per genitori omosessuali.

I numeri del “mariage pour tous”

“A distanza di soli due anni, il numero dei matrimoni omosessuali celebrati rappresenti – scrive Il Foglio – solo il 4 per cento dell’insieme dei matrimoni civili, e anzi, come riporta il Figaro, pullulano già i “divorces pour tous”, i divorzi per tutti, così come gli studi legali gay-friendly specializzati nella questione come www.divorce-gay.fr”.

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Michael Laudrup

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