Cultura. I nuovi media fra “imagocrazia” e realtà: l’incontro con Bovalino

medya-ve-bizIl sociologo Guerino Bovalino, ospite all’Unifestival dell’Università di Macerata, tratteggia i temi salienti del suo nuovo saggio, di prossima pubblicazione. In occasione di un ciclo di conferenze ispirate alla “forza delle idee”, organizzato da Azione Universitaria, Bovalino viaggia nell’evoluzione dell’immaginario post-moderno, accompagnato dal dirigente nazionale dell’associazione Vittorio Guastamacchia.

La totale assuefazione della cultura odierna ai quotidiani bombardamenti di immagini e simboli costituisce, per il sociologo, una svolta post-alfabetica della comunicazione di massa, che stabilisce la supremazia dei media nel creare l’immaginario sul quale si incardina il vissuto di ognuno di noi. Tale dimensione Bovalino la battezza “imagocrazia“. Quella descritta è una realtà filtrata da gestualità e costruzioni visive (“idealtà”) a cui non si sottrae proprio nessuno, da Obama-Superman alla futurdestra di Le Pen, dall’ISIS in veste di macabro reality show a Renzi-Barbapapà.

Ospiti ormai quotidiani nelle nostre vite, costantemente sintonizzate sui canali mediatici dell’informazione e dei social network, questi protagonisti della scena politica vengono mitizzati e iconizzati: “Che il sistema di valori che contrapponeva la destra alla sinistra sia in evidente declino è ormai pacifico” argomenta Bovalino, mentre proietta dietro di lui una Gioconda con il burqa, “ciò che è interessante è la soluzione mediatica a questa lacuna: non vi è una connotazione ideologica degli attori politici che attirano invece l’interesse dello spettatore-elettore creando una rete di simboli, miti e richiami culturali popolari e anche pop”.

Ecco l’Imagocrazia: il consenso politico non passa più per la vicinanza concettuale, ma cresce nell’immaginario del pubblico, colto di soppiatto da una propaganda somministrata in una sfera più intima e personale, fatta di istinti e bisogni. Un programma elettorale nazionalista non attira più consensi (solo) grazie ai suoi punti -ne è consapevole la Le Pen che si serve di Kubrik per richiamare la violenza e il disordine che ci sono in Francia; un Presidente è certamente più affidabile se dotato di superpoteri e circondato di aurea messianica; persino una campagna promotrice del terrorismo fondamentalista diventa alla stregua di uno spot pubblicitario se girata e montata con standard hollywoodiani: “Non si tratta dell’oggetto, ma dell’immaginario che richiama in noi,quello che risveglia a livello emotivo e sensoriale”.

La comunicazione odierna assume così, nell’interpretazione del sociologo, una prospettiva orizzontale, livellatrice di contenuti ed innalzatrice di simboli, raccontati da Bovalino anche grazie ai miti greci, in un continuo riproporsi di schemi e forme che da sempre abitano e fondano l’immaginario comune. Una nuova e profetica chiave di lettura dei media di ultima generazione e della politica mediata che ne è lo specchio diretto.

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Marianna Mancini

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