Campania. Aveta il missino imbarazza De Luca: guerra del folklore sul vuoto di idee

Carlo Aveta a Predappio sulla tomba di Mussolini
Carlo Aveta a Predappio sulla tomba di Mussolini

La Campania è attualmente un laboratorio rossobruno. Il lavoro duro paga sempre. De Luca s’è depurato della scorza post-ideologica apparatesca del Pd (che non gliela perdonerà mai) e da anni si presenta come fosse il Maurizio Merli del Sud, l’ispettore Callaghan di Salerno, il Giustiziere della Notte della Repubblica. Si posiziona al di là del bene e del male, così dice. Tanto da permettersi lussi impensabilli: riunire nelle sue liste l’intramontabile Ciriaco De Mita e gli ultimi epigoni della destra postmissina. Ma c’è un problema.

L’ex camerata storaciano Aveta in lista nel Pd

Il santino elettorale per le regionali del folcloristico Aveta in una civica vicina al Pd

Notizie golose hanno incapricciato le dame di compagnia che sfogliano solo le pagine virtuali dei buoni media à la page. Carlo Aveta, consigliere regionale uscente in quota Destra di Storace, si presenta agli elettori sostenendo, nella civica Campania in Rete, la candidatura dello sceriffo De Luca. Aveta, sottoposto alla perquisizione della bacheca personale di Fb, è risultato “colpevole” di aver postato immagini contro le pompose scenografie e gli eccentrici frequentatori dei Gay Pride e di aver ammesso la sua (abituale) presenza al cimitero di Predappio. Per quanto riguarda le accuse di omofobia, Aveta ha già smentito minacciando querele: “Non ho mai detto che i gay mi fanno schifo, la mia religione mi impedisce di disprezzare altri esseri umani. Sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione. È una montatura giornalistica indegna quella che sto subendo. Testate autorevoli pescano nel laghetto fetido del chiacchiericcio dei social network senza controllare e verificare le notizie. Questa non è informazione, è disinformazione”. Nessuna presa di distanza, invece, sulle visite alla tomba del Duce: “Ci vanno in 500mila ogni anno”. E poi “Fino al ’36 ha fatto cose buone”. E infine, al Corriere del Mezzogiorno, ha spiegato il perché dell’allontamento dall’ex ministro della Sanità e i motivi della rottura con Caldoro e soci: “Storace mi ha cacciato per aver detto che De Luca è stato un ottimo sindaco. Il centrodestra attuale è una fogna: Caldoro è un ignavo, Cesaro non sa nemmeno coniugare il congiuntivo e la Carfagna ha fatto più danni della grandine”. A Cuperlo, però,  tutto questo non basta.

Il folclore al tempo delle postideologie

Non fatevi prendere per fessi. Non è scontro ideologico, politico o programmatico: è solo scontro di folklore. Sul ring dell’agorà virtuale l’antifascismo resistenziale a scoppio ritardato affronta la devozione del pellegrinaggio col selfie insieme al Capoccione di Predappio. Siamo al cul-de-sac che si può risolvere solo ricorrendo ai proclami di un altro folklore, quello moderato. Quello dei “fatti”. Il livello del dibattito politico nostrano (e non solo in Campania) è tutto qui, luoghi comuni e semplificazioni, zoccole e ladri, preti e gay, fascisti che aspettano di ri-marciare su Roma e comunisti che bramano di ri-salire sulle montagne. Ci manca solo che De Luca risolva definitivamente l’impasse pubblicando sul suo profilo una foto di Almirante e Berlinguer che come è noto si rispettavano, stimavano…

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Giovanni Vasso

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