Il caso. L’ennesima svolta religiosa di Magdi Allam e la parabola della destra cristianista

magdi allamNon sentiremo la mancanza di Magdi Allam neoconvertito e, a quanto pare, da oggi neoseparato da Santa Romana Chiesa. Non sentiremo la mancanza di chi dell’entusiasmo (che dovrebbe essere una grazia intima) di una conversione ha cercato di fare una battaglia politica all’insegna di una delle dottrine integraliste in un certo senso non troppo distanti dal “terrore” che sostengono di voler contrastare: il circolo dei neoconservatori americani.

L’equivoco – del tutto interessato da parte dell’interessato – è nato tutto dall’aver scambiato, cinque anni fa, la salutare ventata di “tradizione” di Benedetto XVI (rivolta al senso della liturgia e al ruolo del cattolico in una dimensione che ha smarrito il senso del sacro) come la chiamata a chissà quale sgrammatica crociata 2.0 contro l’Islam. Il grande pontificato di Ratzinger, poi, ha smentito anche sul piano dei rapporti con il mondo musulmano nemici e “presunti” amici. E adesso, con papa Francesco che non aggiunge né toglie nulla all’insegnamento della Chiesa in termini di dialogo religioso, Magdi Allam ha deciso che è troppo “debole” questa Chiesa: «È una autentica follia suicida – scrive Allam – il fatto che Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano il 14 maggio 1999, che Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all’interno della Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, mentre Papa Francesco ha esordito esaltando i musulmani “che adorano Dio unico, vivente e misericordioso”».

Senza volerci addentrare in questa sede in riflessioni di teologia comparata è chiara, qui, l’accusa che viene perpetrata ai pontefici: non avere assecondato un presunto spirito del tempo. Quale? Quello che voleva un certo Occidente in crisi di “spazio”, in crisi economica e di egemonia: utilizzare cioè strumentalmente la dottrina della Chiesa per legittimare lo “sceriffato internazionale”. Come se la Chiesa avesse dovuto dare sostegno a quella logica cristianista, venata di razzismo e intimamente anticattolica che ha determinato l’ulteriore instabilità di intere regioni.

Dietro le immagini devastanti e criminali dell’11 settembre, infatti, tutta una coltre di neopredicatori (rigorosamente di estrazione protestante) è cresciuta. Con quali risultati? È più sicuro l’Iraq? E la penisola araba? E la regione mediterranea dell’Africa? Fortunatamente queste pulsioni all’interno del cattolicesimo europeo (ma anche americano) non hanno fatto presa. E i pontefici romani, rispetto ai conflitti, hanno mantenuto una posizione di lucidità e di garanzia. Meno male, insomma, che in Italia di “reverendi Jones” – di agitatori irresponsabili che bruciano il Corano come atto politico – non ce ne sono. A meno che “qualcuno” – fallita l’esperienza politica e l’Opa sulla stessa dottrina della Chiesta cattolica – ci stia facendo un pensierino…

Antonio Rapisarda

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