Maturità. Vogliamo i nomi dei selezionatori delle solite tracce politicamente corrette

UnknownAdesso basta: io voglio i nomi! Ci hanno imposto per anni temi di una stupidità inarrivabile: capolavori di capziosità, esercizi di svagati cervelli in vacanza, reminiscenze tristissime di gloriose lotte mai esistite. Oggi hanno varcato il segno e superato il punto di non ritorno: io voglio i nomi, voglio sapere chi ringraziare. Ieri al telegiornale ho dovuto assistere all’autocelebrazione di un esperto del MIUR incravattato a festa, che faceva la ruota come un pavone: centinaia di addetti – si vantava il borioso – decine di superesperti, sei mesi di lavoro, una selezione finale accuratissima per i titoli dei temi. E il risultato è questo schifo cosmico? Ma chi sono questi esperti: dove li hanno pescati, quanto li hanno pagati? Per raccogliere delle prove come quelle proposte stamattina ai candidati bastavano quattro maestrine di terza elementare: l’adolescenza, la Resistenza, la comunicanza, la contattanza. Ma per mettere insieme degli strafalcioni come quelli radunati nelle sei paginette delle consegne d’esame, non sarebbe bastato un asinificio al completo: non sarebbe stato sufficiente prendere degli sfigati qualunque e far scrivere loro i temi. Ci volevano decine di superincapaci: di capre all’ennesima potenza che si mettessero a belare, tutte assieme, per estrudere perle di tale grandezza. “La lettrice in bianco e giallo” di Matisse che diventa “La lettrice in viola”, con buona pace dei daltonici: il 1919 che diventa il 1898, con buona pace degli storici dell’arte. E la minaccia dell’integralismo che diventa una minaccia all’integralismo: immagino i poveri studenti, preoccupatissimi per i loro amici integralisti, così rudemente minacciati! E, infine, perla assoluta, il Colbricon, notissimo sito della prima guerra mondiale, vicino a Passo Rolle, diventato, nelle menti bacate di questi ranguttani, che la storia l’hanno vista col binocolo su Topolino, il Col Briccon. La collina dei bricconcelli! Immagino che lo zio Agostino, che sul Colbricon si beccò una medaglia d’argento, lasciandoci le penne, abbia gradito il lavoro di questa formidabile équipe di analfabeti professionali: questa è l’Italia per cui si è fatto accoppare. Tanto valeva restare a casa a giocare a pepatencia! Insomma, questi esperti presuntuosi, designati non si sa da chi, ma pagati, per certo, con i nostri soldi, sono riusciti ad infilare una serie di topiche da fare impallidire Pierino, Richetto e Franti assieme. E, poi, pretenderemmo precisione, attenzione, serietà, dagli studenti, quando al vertice di questo cumulo di macerie che ci ostiniamo a chiamare scuola (e qualcuno, anzi, “buonascuola”) ci sono personaggi del genere? Exempla trahunt, scrivevano i nostri antenati, ed è verissimo. Solo che gli esperti ministeriali, probabilmente, pensano che sia una frase in inglese e che voglia dire “divieto di transito”.

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Marco Cimmino

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