Libri. “Rock around the block” di Marco Petrelli, il diario del Summer Jamboree

copertinaCon una storia ufficiale, ma un reportage che descriva atmosfere, sensazioni, incontri con miti della musica”. Così Marco Petrelli ci presenta il suo “Rock around the block, diario fra le stelle del Rock al Summer Jamboree di Senigallia”, edito per la Eclettica Edizioni. Il libro è il primo della collana musicale Giradischi della casa editrice toscana e anche la prima pubblicazione dedicata ad un evento che, ogni agosto, richiama a Senigallia (AN) migliaia di appassionati e curiosi.

Perché scrivere un libro sul Summer Jamboree?

Più che sul SjRock around the block è un reportage da e dentro il Festival. Ho voluto raccontare e spiegare ai lettori questo singolare, particolarissimo appuntamento estivo“.

Diario fra le star del Rock… si spieghi.

Il Summer è un evento dedicato alla cultura e al life style americani degli anni ’40 e ’50, nel corso del quale si esibiscono anche cantanti di Rock’n Roll, Rhytm’n blues, doo wop e altri generi di mezzo secolo fa. Accanto a giovani leve affascinate dal sound di Cash e di Elvis, non mancano gli interpreti “originali” che, malgrado la veneranda età, hanno ancora voglia di emozionarsi e di emozionare con i loro immortali successi“.

Può farci qualche nome?

Ben E. King, umanissima leggenda della musica che, dopo uno Stand by Me da ovazione, ha avuto tempo e voglia di scambiare due chiacchiere: Coca in mano, ha condiviso con me le sue impressioni e i suoi ricordi. Nel libro riporto questo unico, indimenticabile e anche ultimo incontro. L’artista ci ha, infatti, lasciati due mesi fa“.

Poi?

Marshall Lytle dei Bill Haley & His Comets, Duane Eddy, Tommy Hunt”.

Glorie ma anche nuovi interpreti…

I palchi del Summer sono calcati da band e da cantanti italiani e stranieri spesso molto giovani. Artisti che non hanno vissuto gli Anni ’50, ma che tuttavia colgono e reinterpretano lo spirito baldanzoso e irriverente che esplode sulle note di un Rock around the clock o di un Hound dog”.

Block… clock: c’è un nesso?

Block, cioè i blocchi di cemento che fissano i cavi del main stage del Foro Annonario e attorno ai quali si è svolta parte della mia attività di reporter. Erano un riferimento, entrando e uscendo dal back stage. Quanto a Rock around the clock sì, il nesso c’è ed il titolo è un omaggio alla mia prima intervista, Marshall Lytle, altro mito molto alla mano, disponibile, simpaticissimo, spentosi nel maggio del 2013“.

Un libro di storia della musica, allora!

Ripeto, un reportage. Oltre ai Big, parlo anche della gente comune, quel pubblico in abito a pois, giubetto di pelle e taglio alla James Dean che è l’anima del Festival e che ha contribuito a fare del Summer un appuntamento che ogni estate raccoglie a Senigallia centinaia di migliaia di appassionati, turisti, semplici curiosi di tutte le età“.

Ha un aneddoto divertente da raccontarci?

Poco dopo il concerto di Duane Eddy mi ero defilato, giusto il tempo per riprendere fiato. Dall’orecchio mi pendevano gli auricolari; il lettore era sintonizzato su vecchi classici.

-Why The Beatles?- mi chiede divertito un ballerino di boogie woogie, indicando il display. Sorride, ma è anche perplesso: musica della “british invasion” al Summer Jamboree? Devo essergli sembrato un pazzo. Mi ricorda allora le parole di John Lennon, “prima di Elvis il nulla”, aggiungendo che un appassionato di Anni ’50 mai ascolterebbe From me to

La locandina della 16^ edizione del Summer Jamboree, 1-9 agosto 2015

you. Gli rispondo che adoro The King (Elvis, nda), che lo ascolto da quando avevo tredici anni ma di non  essere d’accordo con Lennon: non esiste un prima e un dopo perché ogni genere, che si ispiri al passato o che rompa definitivamente con esso, subisce influenze di stili precedenti. Insomma, quanto Elvis deve ai ritmi della black music dei primi Cinquanta?”

E poi?

Annuisce, è d’accordo. Alla fine aveva voluto lanciare una provocazione così, per mettermi alla prova: tornando al back stage gli chiedo di non fare parola sui Beatles; lui replica cantando Get off of my cloud dei Rolling Stones. Questo è il bello della musica, l’emozione che è capace di trasmettere, a prescindere dai gusti personali, dalle epoche e dai contesti. La musica è arte e ogni ascoltatore la percepisce, la sente e la vive da un’angolazione diversa. Ben E. King sosteneva che Stand by Me è un brano che viene dall’anima. Aveva ragione: ha salutato una piazza commossa di… giovani e giovanissimi al termine del suo ultimo, indimenticabile concerto“.

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