Barbavisio. “Sottomissione” come normalità dell’Occidente

Michel Houellebecq
Michel Houellebecq

La normalità. E’ questo il peggior nemico dell’Occidente, anestetizzato dall’incapacità di prendere posizione. Tutto è normalità. Per questo niente esalta più. Niente fa pensare. Niente fa paura. Tutto è normalità. Quindi chi controlla la normalità controlla tutto. Ecco perché nel romanzo visionario di Houellebecq l’Europa perde potere giorno dopo giorno. Senza accorgersene. Fino a quando la Francia si sveglia con un presidente musulmano.

Nella Francia di un prossimo futuro (ma qui ogni Paese europeo è rappresentato) tutto è prevedibile, tutto è già stato scritto. Anche le elezioni, scandite da leggi elettorali che non danno poteri a chi vince e non escludono chi perde. In nome del razionalismo.

“Un candidato di centrosinistra veniva eletto per uno o più mandati a seconda del suo carisma individuale; poi la popolazione si stufava (…) si assisteva a un fenomeno di alternanza democratica e gli elettori portavano al potere un candidato di centrodestra (…).  Curiosamente, i paesi occidentali erano molto fieri di questo sistema elettorale, che tuttavia era poco più che una spartizione del potere tra due gang rivali”.

Il tutto perché l’Europa ha iniziato a perdere potere con l’avvento del razionalismo, che ha tolto al Medioevo quell’aura mistica e escatologica che avvicina ad una visione più ampia, quella della religione. Come fece invece Augusto, dalla cui stessa visione il presidente musulmano prende spunti per i suoi discorsi.

“Era lui, Rediger, il primo a riconoscere che la cristianità medievale era stata una grande civiltà, i cui risultati artistici sarebbero rimasti eternamente vivi; ma a poco a poco aveva perso terreno, aveva dovuto venire a patti con il razionalismo, rinunciare ad annettersi il potere temporale, finendo per condannarsi all’insignificanza, e questo perché? In fondo, era un mistero: Dio aveva deciso così”.  

Ora la gente d’Europa non si stupisce più di nulla, non pensa al domani, non programma. Così i politici. Si entra così in una forma mentis che non offre più spunti. Tutto deve restare com’è. Tutto è normale. Le cose diverse dal normale sono minacce.

“La gente in generale sembrava essersi stancata di sentir affrontare questo argomento; e, nell’ambiente che frequentavo, la stanchezza sembrava essersi instaurata prima che altrove; sarebbe successo ‘quello che deve succedere’, ecco come si poteva riassumere il sentimento comune”.

Tutto è normale. Il cambiamento è paura. Ma se il cambiamento si insinua nella normalità, giorno dopo giorno, senza farsi riconoscere, ecco che il cambiamento non esiste. E’, o meglio sembra, normalità. Quindi, chi controlla la normalità controlla il cambiamento. Così, secondo Houellebecq, l’onda musulmana conquisterà potere.

“Mi resi conto che ero arrivato esattamente lì dove il candidato musulmano voleva portarmi; a una specie di dubbio generalizzato, alla sensazione che non ci fosse alcun motivo per allarmarsi, e neanche nulla di veramente nuovo”.

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Massimo Colonna

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