Cardini/1. Scianca (Il Primato): “I limiti della Lega di Miglio, immigrazione e geopolitica”

Uno striscione di Casapound ad una manifestazione
Uno striscione di Casapound ad una manifestazione

Il dibattito sull’intervento di Franco Cardini, su Barbadillo.it, registra le prime reazioni. Adriano Scianca, scrittore e direttore de Il Primato nazionale, quotidiano vicino a Casapound, ha replicato con un fondo nel quale contesta all’accademico fiorentino i rilievi politico-partitici alla nuova Lega, mentre accetta la sfida di inquadrare il fenomeno dell’immigrazione in un contesto de differente dalle attuali semplificazioni mediatiche.

“La Lega, Fratelli d’Italia, il Papa, l’immigrazione, la destra, la sinistra, la “Neo-Destra”: c’è tutto e il contrario di tutto nell’intervento di Franco Cardini pubblicato ieri su Barbadillo. L’insigne medievista  – scrive Adriano Scianca – colpisce di arco e di clava, punta ai grandi principi ma anche all’attualità. L’impressione però, sia detto con rispetto, è che almeno sul terreno più prosaico della polemica politica Cardini non ne abbia azzeccata una. Ma davvero neanche una”.

La Lega arcadica di Gianfranco Miglio

“Lo storico decide di cantarle alla Lega salviniana – aggiunge Scianca –  identificata con una sineddoche di sua invenzione, la “Coppia Verde”, che par di capire essere appunto Salvini e Calderoli (ma perché quest’ultimo e non, mettiamo, Zaia o Borghi? (…). La colpa dei leghisti? Mirano basso e sono beceri, mica come ai bei tempi quando c’era Miglio. Sembra di sognare. A parte che i rapporti fra il politologo e la Lega sono stati tutt’altro che lineari, ma vorremmo ricordare che la Lega di “quando c’era Miglio” era quella che si faceva strada sulle macerie della Prima repubblica a colpi di cappi agitati in Parlamento, gesti dell’ombrello e metafore falliche”.

La svolta teocon della Meloni

“Lo straniamento prosegue – evidenzia il direttore del Primato –  quando leggiamo un elogio piuttosto plateale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. (…) L’endorsement di Cardini è tuttavia decisamente intempestivo, arrivando a pochi giorni dal posizionamento teo-con della Meloni, proprio mentre Salvini apriva all’ipotesi – pur fantascientifica – di un Buttafuoco governatore della Sicilia. Franco Cardini, quello che il dialogo con l’Islam lo propone da almeno 20 anni, finisce quindi fra i neo-crociati Meloni e Magdi Allam contro le aperture “saracene” salviniste, salvo poi accusare di spirito crociato… la Lega Nord”.

La sfida culturale da cogliere

“Cardini, sostanzialmente, esorta a mettere in prospettiva la critica all’immigrazione, invitando a cercare le cause profonde e i meccanismi di sistema anziché limitarsi a dichiarazioni pirotecniche contro i barconi. Invito quanto mai benemerito, se si tratta, per esempio, di inserire la critica all’immigrazione nell’alveo di un anticapitalismo organico, come da tempo cerca di fare Alain de Benoist. O se si tratta di inquadrare il fenomeno in una più ampia dinamica geopolitica. (…) bisognerebbe ragionare per davvero su un nuovo Nomos internazionale, in cui l’Europa e ancor più l’Italia dovranno avere un ruolo necessariamente centrale. Era questo quello a cui puntava Cardini? Benissimo, noi ci stiamo. Quando cominciamo?”

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Rui Barros

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