Cinema(quotazioni). “La Madre” di Andreas Muschietti: se questo è horror, meglio orfani

jessica-chastain-isabelle-nelisse-megan-charpentier-mamaUn autoradio sintonizzata su una stazione in cui si parla di crisi economica. Un uomo che fugge in macchina dopo aver fatto una strage in ufficio, a seguito del crack finanziario della compagnia per cui lavorava. Le sue due figliolette condotte in una capanna  del bosco e, probabilmente, destinate a essere uccise poco prima che il padre decida di puntare l’arma contro di se. Fino a qui La Madre, opera prima di Andreas Muschietti, sarebbe un film di drammatica attualità. Ovviamente lo sarebbe se non fosse per la presenza maligna che, dopo essersi sbarazzata dell’omicida, decide di adottarne le figlie fino al loro ritrovamento da parte di due cacciatori. Ma l’ombra che le ha salvate, facendole diventare delle piccole Mowgli, non sembra intenzionata a lasciare che le due ritornino alla civiltà e vengano date in adozione al loro zio disegnatore e alla sua compagna punk. Per i due genitori affidatari, quindi, seguirà tutto il consueto repertorio da casa infestata.

Sarebbe bello poter dire che, nel film, il tema della crisi economica che contrappone un padre, businessman pronto all’infanticidio, al fratello, artista squattrinato ma salvezza delle due bambine, sia stato scelto per onorare quella tradizione, romeriana, che vuole il cinema horror come chiave di lettura delle paure sociali, ma così non è. L’impressione è, piuttosto, che ci si trovi davanti a un prodotto che shakera tutti i topos dell’orrore più contemporaneo alla bene e meglio.

Per concludere. Non pagate un biglietto per questo film se vi è capitato di vedere negli ultimi 6 anni un horror-movie americano. Uscireste dalla sala colpiti da un déjà vu. Se proprio vi viene voglia di spaventarvi con una storia di fantasmi, affidatevi agli spagnoli che questo genere lo stanno reinventando, grazie anche a gente del calibro di Juame Balaguerò (il regista di Rec, Fragile e Bed Time).

In tempi di crisi e recessione anche il cinema rischia di essere declassato. Per valutare i film, quindi, ci siamo affidati agli standard di valutazione dell’amata agenzia di rating  Standard and Poor’s.

La valutazione è B-­ (Più vulnerabili rispetto agli obbligati valutati ‘BB’, ma vi sono ancora le capacità per rispettare gli impegni finanziari).

@fedecallas

Federico Callegaro

Federico Callegaro su Barbadillo.it

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