Euro2016. Simply the Best: l’Irlanda del Nord va agli europei in Francia

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I calciatori nordirlandesi in festa

L’Irlanda del Nord ce l’ha fatta. Sarà tra le 24 nazionali che si sfideranno nella fase finale degli europei, in Francia, l’anno prossimo. Sarà anche la prima volta per l’eroica Green & white army, che agli europei non ci era mai andata. Ai mondiali sì, per tre volte (e nel ’58 ci fecero pure tanto male, triste antipasto della Corea del Nord), ma agli europei mai, nemmeno quando poteva vantare in campo uno dei più forti della storia del calcio, quel folle genio che fu George Best.

Il gruppo. E dove non ha potuto il talento di Georgie, ha potuto la forza di un collettivo operaio piuttosto modesto, capitanato dal centrocampista del Southampton Steven Davis, dal difensore del West Bromwich ed ex Manchester United Jonny Evans, dall’attaccante Josh Magennis, riscopertosi numero 9 sulla via di Cardiff solo nel 2007 dopo aver passato i primi anni della sua carriera a credersi un portiere, e dal talento incostante di quel femminaro di Kyle Lafferty, passato pure da Palermo e mandato via per problemi caratteriali con Zamparini (che disse di lui “È ingestibile, un irlandese senza regole! È un donnaiolo, ha due famiglie e sei figli, non si allena, sparisce per una settimana e va a Milano a donne”). Quest’ultimo, in verità, era squalificato nella decisiva e vittoriosa partita con la Grecia, ma è stato fondamentale nel cammino dei Norn Iron : in rete in tutte le vittorie del Nord Irlanda, a cominciare dal gol al 90’ contro l’Ungheria alla prima giornata.

Su tutti però, il talento del giovane allenatore Michael O’Neill, 46 anni, ex mister dello Shamrock Rovers di Dublino quando affrontò (e perse contro) la Juventus in Europa League nel 2010. Tutti sono importanti, tutti sono sullo stesso livello, tutti hanno una missione. E così l’entusiasmo di un gruppo sulla carta mediocre, un solido 4-5-1 e, perché no, la fortuna di essere capitati in un girone non impossibile hanno permesso la riuscita del miracolo.

Il Windsor Park in festa

Il Girone F. Non c’erano squadre imbattibili, nel girone. C’è la Romania sciupona, persasi a flirtare un po’ troppo spesso con i pareggi e dietro tre punti, l’Ungheria subito dietro (ah che nostalgia dei tempi di Puskas e Hidegkuti), poi la modesta Finlandia, le Fær Øer e fanalino di coda la deludente Grecia, nonostante fosse infarcita di giocatori che militano in serie A (e qui si potrebbe fare una riflessione). Ebbene, in un girone abbordabile, l’Irlanda del Nord non si è lasciata scappare la chance di raggiungere una qualificazione storica. Due pareggi, sei vittorie, a cominciare dal 2-1 a Budapest, con Mc Ginn prima e Lafferty poi a ribaltare il risultato negli ultimi 10 minuti di gara, e l’unica sconfitta a Bucarest.

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L’ultima, la gara decisiva, (l’ultima vera sarà ad Helsinki, e basterà un pareggio per vincere il girone) si è giocata nell’infuocato Windsor Park di Belfast, il tempio del Linfield F.C. e della stessa nazionale, e diventato un fortino inespugnabile. Di fronte, come dicevamo, la Grecia incredibilmente ultima, lontana parente di quella che scrisse la storia nel 2004 in Portogallo quando batté i padroni di casa in finale dell’Europeo. Nella gara decisiva, vanno a segno capitan Davis per due volte e poi Magennis, mentre solo all’87° arriva il gol della bandiera greca firmato da Aravidis. Al triplice fischio il boato liberatorio dello stadio e la festa nei pub e nelle strade di Belfast cantando “spirit in the sky” (opportunamente modificata per omaggiare l’idolo George Best), e con Lafferty che, nonostante fosse squalificato, ha voluto far sentire la sua presenza ingombrante innaffiando di birra in diretta un cronista di Sky, a bordo campo.
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Una bella favola quella di questa piccola nazione di circa due milioni di abitanti, da decenni divisa tra cattolici e protestanti, e sportivamente sempre fagocitata o dall’Eire o dal colosso Inghilterra. Il calcio è uno dei pochi sport in cui l’Irlanda del Nord ha una sua rappresentativa autonoma, al contrario ad esempio del rugby in cui l’Irlanda è la selezione gaelica tutta (che bel sogno), o di altri sport in cui viene assorbita nella rappresentativa del Regno Unito.

Un’isola in festa. E a proposito dei cugini cattolici, se Belfast gode e festeggia, Dublino spera. L’Eire infatti ha battuto la Germania campione del mondo per 1-0 ed è tornata a sperare nella qualificazione, raggiungendo la Polonia al secondo posto e portandosi ad un solo punto proprio contro la Germania. L’ultima partita del girone, com’è beffardo il destino, metterà di fronte proprio Polonia ed Irlanda, in una Varsavia che si preannuncia molto calda. Improbabile, una di quelle cose da “non succede ma se succede..”, ma la Germania potrebbe pure subire uno scherzetto da questo improbabile e riottoso duo alle sue spalle.

Potrebbe non essere l’unica sorpresa ai nastri di partenza in Francia. Anzi, dopo l’Islanda a settembre che ha fatto fuori l’Olanda, l’Irlanda del Nord da poche ore e in attesa dell’Albania e dei dragoni del Galles, potrebbe essere uno degli scherzi più pesanti fatti dai piccoli agli dei del calcio. La palla, in fondo, è rotonda e mettere gli sgambetti non è così difficile.
(Chiaramente la redazione è pronta a ritirare queste lodi, semmai dovessimo ritrovarceli al sorteggio)

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Michele Mannarella

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