L’analisi. Come gli attentati di Parigi influiranno sulla corsa all’Eliseo

6941335789620Gli attentati di venerdì 13 novembre a Parigi hanno rimescolato le carte della politica interna francese, stanno influenzando la percezione politica in vista delle elezioni regionali di dicembre e, persino, delle presidenziali del 2017. La corsa a tre fra il socialista François Hollande, il neo gollista Nicolas Sakozy e la presidente del Fronte Nazionale Marine Le Pen, cioè i leader dei maggiori partiti di Francia, è stata sfasata dai massacri parigini. Finora, si ipotizzava un secondo turno Hollande-Sarkozy, in cui l’impopolare presidente uscente sarebbe stato sconfitto dal risorto candidato del centrodestra; oppure una soluzione Hollande-Le Pen, in cui il capo dello Stato socialista sarebbe stato riconfermato per l’impresentabilità dell’avversario; o ancora una sfida a destra Sarkozy-Le Pen, in cui l’ex presidente (2007-2012) sarebbe tornato all’Eliseo perché la destra moderata, il centro e la sinistra non radicale l’avrebbero votato o comunque si sarebbero astenuti pur di non vedere Marine capo dello Stato, come era successo nel confronto fra Jacques Chirac e Jean-Marie Le Pen nel 2002 (82,2 per cento dei voti per Chirac) . Oggi è un po’ diverso.

Il Fn primo partito, Socialisti in rimonta

Un recente sondaggio Harris Interactive dà il Front National al 27 per cento e, a sorpresa, il partito socialista al 26 per cento, davanti all’unione della destra e dei centristi, al 25 per cento. Certo, con questi risultati la sinistra francese prenderebbe una legnata storica, riuscendo a conservare solo fra le tre e le cinque regioni, ma la rimonta dei socialisti risulta comunque significativa, rispetto ai sondaggi precedenti, che indicavano François Hollande come il presidente più impopolare della Quinta Repubblica. Questo è il risultato di diversi fattori. Innanzitutto, le misure prese da Hollande davanti al Parlamento riunito in Congresso a Versailles, con la proclamazione dello stato di urgenza di tre mesi su tutto il territorio nazionale (successe solo durante la guerra d’Algeria), con poteri eccezionali al governo e ai prefetti, da inserire in Costituzione, e norme sulla perdita della cittadinanza. Queste misure sono state approvate non solo dal centrodestra, ma anche de Marine Le Pen. Sul Corriere della Sera, Stefano Montefiori ha giustamente scritto che se Nicolas Sarkozy avesse proposto a suo tempo simili provvedimenti si sarebbe gridato al “golpe strisciante”. Infatti, la sinistra del partito socialista e il Front de Gauche (estrema sinistra) di Jean-Luc Mélenchon criticano norme che considerano repressive e liberticide. A destra, Marine Le Pen apprezza, pur con gli obbligati distinguo, e Nicolas Sarkozy non può non approvare, il che lo mette in difficoltà davanti ai suoi oppositori interni più moderati, come l’ex primo ministro Alain Juppé, che vorrebbe presentarsi come candidato presidenziale di unità nazionale.

Una corsa tra candidati detestati dai francesi

Il problema nasce dal fatto che i tre candidati più accreditati per l’elezione presidenziale – François Hollande, Nicolas Sarkozy e Marine Le Pen – sono anche i tre politici più detestati dai francesi. Hollande, nonostante la postura marziale in politica estera, è considerato un incompetente; la presidenza Sarkozy ha deluso i francesi e “Sarkò” risulta insopportabile; Marine Le Pen rappresenta un voto diffuso di protesta, ma tutti sono consapevoli del fatto che guida un partito composto da persone inadeguate a gestire un Paese come la Francia, per cui anche se diventasse presidente, difficilmente potrebbe vincere le elezioni legislative e sarebbe costretta a una coabitazione, con i “Républicains” (centrodestra) o i socialisti. A meno che un outsider, come il centrista François Bayrou, riuscisse a sparigliare.

La destra divisa dalla trappola di Mitterand

La destra francese è oggi largamente maggioritaria nell’opinione pubblica, ma sempre vittima della “trappola di Mitterrand”, cioè dell’ex presidente socialista, che favorì l’ascesa del Front National di Jean-Marie Le Pen per dividere l’elettorato di destra. Questa è l’unica speranza dell’incolore presidente socialista François Hollande: passare al secondo turno della presidenziale del 2017 contro Marine Le Pen e sperare nella mobilitazione “repubblicana e antifascista”. Ha funzionato nel 2002, fra Jacques Chirac e Jean-Marie Le Pen. Visti i sondaggi e tutti i risultati delle recenti elezioni parziali, non è detto che andrebbe allo stesso modo. E Marine Le Pen presidente della Francia, anche senza maggioranza parlamentare, sarebbe una pessima notizia per l’Unione europea.

*corrispondente per l’Italia del settimanale francese Valeurs Actuelles

@barbadilloit

Pier Luca Pucci Poppi*

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