Libri. “I cantaglorie” di Ormezzano e il fascino del giornalismo sportivo

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Come se fosse un elenco dei convocati della nazionale dei giornalisti sportivi di tutti i tempi (da Gianni Brera a Dino Buzzati, passando Vladimiro Caminetti, Sandro Ciotti e Sergio Zavoli). E invece è un viaggio nel migliore giornalismo italiano, spesso divenuto naturaliter letteratura. E’ questo il merito maggiore dell’ultimo libro di Gian Paolo Ormezzano: aver svelato (anche) gli altarini di una professione legata al calcio o allo sport in generale, restituendone la dimensione reale, fatta di competenze, di fantasia, di passioni e anche di esagerazioni. Il risultato finale è la riscoperta del piacere della lettura della stampa sportiva, quella con il marchio doc, dove non c’è solo la statistica dei gol dell’ultimo marcatore, ma anche il vissuto di un narratore con la macchina da scrivere, una volta, con l’iPad, adesso, che trasmette con le parole emozioni e spiega eventi dove tra la vittoria e la sconfitta corre un fiume di adrenalina. Ecco un breve catalogo delle chicche del libro di Gpo.

La magia del giornalista sportivo

“Ho seguito da testimone (andare-vedere-raccontare) per oltre mezzo secolo tutto il grande sport in tutto il mondo, e viaggiare a spese d’altri e soprattutto sapendo di dovere e potere poi scrivere e pubblicare quello che si è visto è cosa divina”.

Fenomenologia del cronista sportivo

“Nella mia carriera ho conosciuto tantissimi giornalisti sportivi: dai calzari agli onesti, dagli studiosi di sport ai demagoghi, dai colti ai nemici del congiuntivo”.

Pillola autobiografica

“Massimo exploit sportivo, etico, giornalistico, umano: ho lasciato in diretta televisiva, seccato dalle cretinate che pervadevano, il celebre Processo di Aldo Biscardi”.

Tre epoche del giornalismo sportivo

“L’epoca dei cantori, definirei meglio come quella dell’amore per lo sport (parole e musica, articoli come canzoni); (Dino Buzzati, Bruno Roghi, Orio Vergani…)

l’epoca degli studiosi o meglio l’epoca dell’erotismo, che è anche se non soprattutto accademia, studio dell’amore; (Gianni Brera)

l’epoca dei pornografi o meglio della pornografia, che è rappresentazione oscena o quanto meno esplicita dell’atto amoroso  nonché erotico”. (I giornalisti dei nostri giorni)

Gianni Brera

“Non credo che capisse di sport quanto lui diceva di capire, penso addirittura che a un certo punto avesse smesso di formarsi per arroccarsi sulle sue posizioni dogmatiche. Ma chi se ne frega. Era bravo, anzi bravissimo, anzi straordinario a scrivere, a raccontare. Noi vedevamo la partita con i nostri occhi poi però andavamo a leggere come l’aveva vista e la raccontava lui”.

La postfazione di Gabriele Romagnoli

“Quella intessuta da Geo è dunque una cronaca storica sui generis, sentimentale e affettiva, come il sottotitolo esplicita nel primo aggettivo: Una storia calda e ribalta della stampa sportiva”.

La copertina del libro

* I cantaglorie, una storia calda e ribalda della stampa sportiva di Giampaolo Ormezzano (66thand2nd, pagg. 183, euro 18)

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Michele De Feudis

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