Il caso. Le radici cristiane abiurate dal preside di Rozzano che cancella la festa di Natale

Un presepe scolastico
Un presepe scolastico

Che pena! A Rozzano, provincia di Milano, un Preside vieta i canti religiosi a scuola perché “dopo Parigi, sarebbe una provocazione pericolosa>>. Oramai è una moda, un cliché. Ci sono quelli che lasciano ad agosto i cani in autostrada, chi piove governo ladro, chi picchia i tifosi della squadra avversaria e chi tutti i santi natali se ne esce con la solita litania proibizionista. Prima o poi, per accontentare tutti, collocheremo un kamikaze dell’Isis nel presepe, un pastorello imbottito di tritolo pronto a farsi saltare in aria all’arrivo dei Magi.

Chiariamo la questione una volta e per tutte visto che vi sono difensori d’ufficio sempre pronti nell’esercizio dissacratorio verso chi professa la propria fede cristiana.

Laicità non significa essere amorfi. Caro signor Preside, togliamo di mezzo questioni inerenti il rispetto per le altre fedi, gli scontri di civiltà, i dilemmi teologici e cose del genere che magari possono ingarbugliare una vicenda che è meno complicata di quanto non si pensi. Voliamo basso. Mettiamola su un piano pratico, così ci capiamo!

Noi abbiamo piena libertà sul futuro, ma non sul passato. Non possiamo costruirci a nostro piacimento un personale albero genealogico. Per intenderci: possiamo anche diventare ‘figli dei fiori e pacifisti’ ma se i nostri genitori sono degli ‘imbecilli guerrafondai’, saremmo sempre dei ‘pacifisti’, figli però di ‘imbecilli guerrafondai’.

E noi, signor Preside, siamo figli della filosofia greca, del diritto romano, della tradizione giudaico-cristiana, dell’illuminismo e di molte altre cose, anche contraddittorie tra loro. Su tutte svetta però la cultura cristiana (stia attento, signor Preside; ho detto cultura, non fede!): con i quadri, le cattedrali, le sculture e tutto quel patrimonio di conoscenze, che facciamo? Li abbattiamo? Li copriamo con un burqa? E Dante? E Manzoni? Mettiamo i libri al rogo?

Certo: siamo liberi di fare le nostre scelte per gli anni che verranno. Possiamo percorrere altre strade in piena autonomia ma i genitori non li scegliamo. Se di tanto in tanto, magari a Natale o a Pasqua, qualcuno ci ricorda da dove veniamo, possiamo anche volgere lo sguardo dall’altra parte e far finta di nulla, ma la sostanza non cambia.

Anche lei signor Preside è figlio di tutto questo. Può anche dirsi più ‘democratico’ e ‘tollerante’ di tutti quanti noi: ma siamo figli di un’unica storia. Lei è mio fratello e i genitori non possiamo cambiarli.

I presidi, quelli sì, possiamo!

@barbadilloit

Luigi Iannone

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